
Fabia Pioli, coordinatrice dell’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Macerata con il primario Mauro Pelagalli (foto Calavita)
"Partorire a questa età non è così frequente, tanto meno se si mettono al mondo due gemelli", afferma Mauro Pelagalli, direttore del Dipartimento materno infantile e del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Macerata. "Bisogna sapere – prosegue – che il percorso della Procreazione naturalmente assistita (Pna) è molto impegnativo, richiede una certa dose di coraggio, sia dal punto di vista psicologico che affettivo. Ci sono coppie che provano e che di fronte a un tentativo andato male riprovano, ma se fallisce anche il secondo abbandonano. Ci sono poi casi di coppie che non reggono, che di fronte ad un fallimento che fa emergere di responsabilità e situazioni che tendono a colpevolizzare l’uno o l’altra, si separano. Non è affatto facile. Si aggiunga che fino aduna certa età la Pna è coperta dal Servizio sanitario nazionale, poi si può fare pagando: il costo medio varia tra i 5mila e gli 8mila euro. Oltre alla determinazione della coppia, per seguire questo percorso servono un coach e una equipe di grande professionalità che la accompagnino con grande cura". Pelagalli evidenzia come in questo caso siamo in presenza di una donna di 48 anni, ma sottolinea come il ricorso alla Pna riguardi soprattutto coppie giovani, talvolta molto giovani: basti dire che un quarto dei nati nel reparto di Macerata sono frutto della fecondazione assistita. "Il problema della fertilità si manifesta molto presto, sia negli uomini che nelle donne. È un fenomeno di cui si parla poco – continua Pelagalli – ma al quale bisognerebbe prestare invece una grande attenzione. Stiamo assistendo ad un progressivo impoverimento degli spermatozoi di fecondare, da porre in relazione soprattutto alle sostanze tossiche che ingeriamo o inaliamo senza rendercene conto, e al degrado ambientale. Per quanto riguarda le donne, è in aumento il quadro infiammatorio pelvico dovuto, in particolare all’endometriosi o alle infiammazioni batteriche, che riducono la fertilità. Così registriamo un calo continuo nella capacità di procreare che, aggiunta alla volontà di non procreare, genera una denatalità in continua crescita, un quadro preoccupante. Rispetto a questo la Pna è una possibilità in più, ma non può certo essere la soluzione".