di Lucia Gentili Sono state disattivate le antenne di diffusione del segnale televisivo per le frequenze del digitale terrestre nel territorio di Ussita e nei comuni limitrofi di Visso e Castelsantangelo sul Nera. Il problema va avanti da circa un mese. E i tre sindaci, rispettivamente Silvia Bernardini, Gian Luigi Spiganti Maurizi e Mauro Falcucci, lo scorso 18 luglio hanno scritto alla società che si occupa del servizio (e per conoscenza alla Regione), per trovare una soluzione. Invano purtroppo. In quanto la risposta arrivata ieri ha confermato che gli impianti restano spenti. "Lo spegnimento – ha spiegato il trio di amministratori nella missiva del 18 – consente agli utenti la visione dei soli canali Rai, mentre per chi volesse continuare ad avere accesso ai canali del digitale terrestre e restanti canali locali, dovrà provvedere a proprie spese all’acquisto e installazione dei dispositivi necessari (antenna e decoder satellitari), con un notevole esborso economico superiore a 100 euro per ogni apparecchio televisivo. Si ritiene che tale decisione vada a totale discapito dei cittadini, già colpiti da numerose criticità per la fruizione di altri servizi essenziali, soprattutto dopo il sisma del 2016". Ieri, però, in merito alla diffusione dei canali Mediaset è giunta appunto risposta che gli impianti operanti dalle stazioni di Ussita e Castelsantangelo sono attualmente spenti. "A seguito della liberalizzazione della banda di frequenza 700 MHz avvenuta in tutto il territorio italiano a partire dal 29 giugno la società ha dovuto dismettere gli impianti in questione e al momento non è prevista la riattivazione", viene spiegato. "Mediaset non intende quindi riattivare gli impianti – afferma la Bernardini –. Da una parte con il Pnrr si inviano risorse per investire nella tecnologia, dall’altra da noi il digital divide (divario digitale) si allarga. Andiamo verso il Medioevo, torniamo indietro di 40 anni, come quando si vedevano solo tre canali. E questo significa anche meno cultura, meno informazione e meno intrattenimento. In un’epoca in cui si parla di telemedicina, sui nostri territori spesso funzionano male anche i cellulari. Follia pura, considerando anche che la gente è per lo più anziana (e non è semplice far capire il funzionamento del decoder) e vive nelle Sae o in Cas, quindi in soluzioni temporanee. Si va avanti con la politica dei grandi numeri. Se vogliono far chiudere i piccoli Comuni lo dicano. Serve un aiuto da parte delle istituzioni". "Gli anziani, gran parte ex agricoltori, hanno una pensioncina – aggiunge il collega di Visso – e non tutti possono permettersi la spesa delle nuove attrezzature". "Si è attivata anche l’Anpci, associazione nazionale dei piccoli Comuni su questo fronte – conclude Falcucci – essendo un problema che riguarda tutta l’Italia. Probabilmente la causa è dovuta ai costi di gestione e ponti radio. Non trattandosi di servizio pubblico, possiamo solo lanciare un appello. Ribadisco, come detto al Forum sulla montagna, che sono necessarie misure di salvaguardia dei Comuni montani. Comunque, teniamo duro".

Cronaca

di Lucia Gentili
Sono state disattivate le antenne di diffusione del segnale televisivo per le frequenze del digitale terrestre nel territorio di Ussita e nei comuni limitrofi di Visso e Castelsantangelo sul Nera. Il problema va avanti da circa un mese. E i tre sindaci, rispettivamente Silvia Bernardini, Gian Luigi Spiganti Maurizi e Mauro Falcucci, lo scorso 18 luglio hanno scritto alla società che si occupa del servizio (e per conoscenza alla Regione), per trovare una soluzione. Invano purtroppo. In quanto la risposta arrivata ieri ha confermato che gli impianti restano spenti. "Lo spegnimento – ha spiegato il trio di amministratori nella missiva del 18 – consente agli utenti la visione dei soli canali Rai, mentre per chi volesse continuare ad avere accesso ai canali del digitale terrestre e restanti canali locali, dovrà provvedere a proprie spese all’acquisto e installazione dei dispositivi necessari (antenna e decoder satellitari), con un notevole esborso economico superiore a 100 euro per ogni apparecchio televisivo. Si ritiene che tale decisione vada a totale discapito dei cittadini, già colpiti da numerose criticità per la fruizione di altri servizi essenziali, soprattutto dopo il sisma del 2016". Ieri, però, in merito alla diffusione dei canali Mediaset è giunta appunto risposta che gli impianti operanti dalle stazioni di Ussita e Castelsantangelo sono attualmente spenti. "A seguito della liberalizzazione della banda di frequenza 700 MHz avvenuta in tutto il territorio italiano a partire dal 29 giugno la società ha dovuto dismettere gli impianti in questione e al momento non è prevista la riattivazione", viene spiegato. "Mediaset non intende quindi riattivare gli impianti – afferma la Bernardini –. Da una parte con il Pnrr si inviano risorse per investire nella tecnologia, dall’altra da noi il digital divide (divario digitale) si allarga. Andiamo verso il Medioevo, torniamo indietro di 40 anni, come quando si vedevano solo tre canali. E questo significa anche meno cultura, meno informazione e meno intrattenimento. In un’epoca in cui si parla di telemedicina, sui nostri territori spesso funzionano male anche i cellulari. Follia pura, considerando anche che la gente è per lo più anziana (e non è semplice far capire il funzionamento del decoder) e vive nelle Sae o in Cas, quindi in soluzioni temporanee. Si va avanti con la politica dei grandi numeri. Se vogliono far chiudere i piccoli Comuni lo dicano. Serve un aiuto da parte delle istituzioni". "Gli anziani, gran parte ex agricoltori, hanno una pensioncina – aggiunge il collega di Visso – e non tutti possono permettersi la spesa delle nuove attrezzature". "Si è attivata anche l’Anpci, associazione nazionale dei piccoli Comuni su questo fronte – conclude Falcucci – essendo un problema che riguarda tutta l’Italia. Probabilmente la causa è dovuta ai costi di gestione e ponti radio. Non trattandosi di servizio pubblico, possiamo solo lanciare un appello. Ribadisco, come detto al Forum sulla montagna, che sono necessarie misure di salvaguardia dei Comuni montani. Comunque, teniamo duro".

"In tv si vede solo la Rai: follia pura"    

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