Incendio alla Rimel, indagine con i droni

Dopo la ricognizione aerea, l’azienda sarà messa sotto sequestro. Intanto un comitato promette una class action per danno ambientale

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Pompieri ancora a lavoro, ieri, per spegnere l’incendio divampato lunedì notte alla Rimel di Pollenza. Per tutta la giornata i vigili del fuoco hanno continuato a spegnere focolai e smassare i cumuli di rifiuti accumulati nel capannone. Una volta domato completamente il rogo si procederà con i droni, con i quali i vigili del fuoco faranno una ricognizione aerea sull’area. Fatto questo, su disposizione del sostituto procuratore Enrico Riccioni l’azienda sarà messa sotto sequestro e sarà chiamato un consulente, per chiarire le cause delle fiamme e valutare se tutto fosse in regola. La procura ha aperto un fascicolo per incendio colposo, a carico di ignoti. Le indagini, oltre dalla polizia giudiziaria dei vigili del fuoco, sono condotte dai carabinieri del Noe.

Intanto a Casette Verdini alcuni cittadini e imprese si sarebbero attivati per la costituzione di un comitato civico che dovrebbe farsi carico di condurre una class action per danno ambientale, un’azione collettiva contro la Rimel. Sarebbero coinvolti cittadini di Pollenza, Macerata, Tolentino e Urbisaglia. Il gruppo avrebbe conferito incarico ai legali e sarebbe in attesa di uno specialista; procederà anche alla nomina di un direttivo.

Numerose le lamentele per il resoconto dell’Arpam, "che rileva sorprendentemente che tutti i parametri sono nella norma, specialmente alla luce del fatto che la stazione di misura dei metalli pesanti eventualmente dispersi in aria è stata collocata a Pollenza Scalo sotto una tettoia", afferma il gruppo. "Si temono danni alle coltivazioni, agli allevamenti e in generale alla qualità del suolo, della risorsa idrica e dell’aria – prosegue –, per cui il comitato darà mandato a società indipendenti di condurre appropriate analisi i cui risultati saranno determinanti all’esito della class action. Vista la frequenza preoccupante di accadimenti analoghi nella vallata del Chienti, il comitato si propone inoltre di perseguire una maggiore pressione sulle autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni all’esercizio di attività pericolose per l’ambiente nei pressi dei centri abitati e su quelle preposte al controllo dei parametri di sicurezza ambientale". I soggetti interessati ad unirsi gratuitamente alla class action sono pregati di inviare una mail con le loro generalità, il luogo di residenza e la tipologia del danno subito a comitatodifesaambientepollenza@gmail.com. "Sarà cura del direttivo – conclude – ricontattare gli aderenti per la firma della delega necessaria ad avviare azioni civili".