Incidente Porto Recanati 3 marzo. Farah era ubriaco e drogato

Il pregiudicato marocchino è stato arrestato per lo schianto in cui sono morte due persone. "In ospedale ha pianto"

Marouane Farah, il marocchino 34enne arrestato per duplice omicidio stradale

Marouane Farah, il marocchino 34enne arrestato per duplice omicidio stradale

Porto Recanati (Macerata), 4 marzo 2019 - "Positivo al narcotest e ubriaco". È l’esito degli esami su Marouane Farah, il 34enne di origini marocchine alla guida della Audi A6 che ha ucciso due persone, Gianluca Carotti e Elisa Del Vicario, e ferito gravemente due bambini: lei, di 10 anni, figlia di Carotti, si è svegliata dopo ore di coma, mentre lui, di 8 anni, figlio di Del Vicario, è grave ma stabile.

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È risultato che Farah aveva oltre 1,8 grammi di alcol per litro nel sangue poco dopo il momento dell’impatto (il limite di legge è di 0,5 grammi per litro), e l’esito è stato positivo anche per la droga. Quando si è scontrato con la Peugeot delle vittime, stava scappando da altri incidenti che aveva provocato a Porto Recanati, e forse anche a Recanati. É stato arrestato per duplice omicidio stradale, per lui il pm ha chiesto la custodia cautelare in carecere per le accuse di omicidio stradale plurimo, aggravato da guida in stato d'ebbrezza, sotto l'effetto di droga, con patente scaduta e carenza di copertura assicurativa dell'auto e velocità pericolosa, e lesioni stradali pluriaggravate.

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"Farah ha pianto in ospedale"

“Avevo effettuato un sorpasso ma ero già rientrato nella mia corsia prima dell'impatto”. Lo ha detto al suo legale, l'avvocato Vando Scheggia, Marouane Farah. Durante il colloquio con il difensore, che si è svolto in ospedale, dove Farah è ricoverato in stato d'arresto, "il 34enne ha evidenziato uno stato di prostrazione psicofisica: ha pianto e si è mostrato molto dispiaciuto per quanto accaduto".

L'udienza di convalida dell'arresto si terrà in ospedale il 6 marzo alle 9.30 davanti al gip Claudio Bonifazi e non al giudice Giovanni Maria Manzoni. Il pm Enrico Riccioni ha chiesto la convalida dell'arresto con applicazione della custodia cautelare in carcere per omicidio e lesioni stradali pluriaggravati (guida in stato d'ebbrezza e sotto l'effetto di droga, velocità pericolosa, patente scaduta e mancanza di copertura assicurativa).

Quanto al procedimento penale che lo vede imputato di traffico di stupefacenti, nel corso del quale c'era stato un sequestro di oltre 220 chili di hascisc nell'aprile 2018 a Montegranaro, Marouane, andrà a processo con altri coimputati, tra i quali il fratello, il 26 marzo prossimo.

Salvini: "Raddoppiare la pena per chi spaccia"

Proprio partendo dal caso di Farah ("uno stronzo"), Matteo Salvini ha annunciato un "disegno di legge che prevede il raddoppio delle pene detentive ed economiche per chi spaccia". "Il tossico che ha investito la famiglia a Recanati "era coinvolto in un reato per 225 kg di droga e sto stronzo era a spasso. Non è possibile", ha rincarato il vicepremier.

In casa la polizia gli ha trovato un etto di hashish. Ma il 34enne era già stato arrestato, per spaccio, l’anno scorso, quando ad aprile, nell’ambito della maxi-operazione dei carabinieri a Montegranaro, da una perquisizione erano spuntati fuori 223 chili di hashish, nella proprietà di un italiano: in seguito alle indagini sul fatto, erano stati fermati tre marocchini, tra cui appunto Marouane Farah e il fratello.

Erano stati presi dai militari nelle loro abitazioni di Monte San Giusto, uno con un chilo di hashish, l’altro con un etto della stessa sostanza. Il 34enne era stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria alla caserma dei carabinieri di Monte San Giusto. Non risultano violazioni all’obbligo di firma.

Nonostante quell’arresto, la notte tra sabato e ieri Farah stava viaggiando sull’Audi, che risulta intestata a lui, sprovvista di assicurazione e con la patente scaduta. Ieri, Farah è stato tenuto per tutto il giorno in una stanzetta dell’ospedale di Civitanova, sempre piantonato dagli agenti, in attesa dell’udienza di convalida.

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In auto col 34enne, al momento dell’incidente, c’erano altri due ragazzi; uno è stato dimesso già nella mattinata di ieri, mentre l’altro ieri sera era ancora in ospedale. Farah, quando ha saputo che nell’impatto da lui provocato erano rimaste uccise due persone, non avrebbe detto una parola. Ci sono stati momenti di tensione ieri, all’ospedale: qualcuno ha inveito contro i marocchini:

«Voi siete qui, in piedi – dicevano –. Siete vivi. Loro invece sono dentro due celle frigorifere». L’ospedale era presidiato costantemente dalle forze dell’ordine, che hanno impedito quindi il degenerare della rabbia degli utenti dell’ospedale contro i marocchini. Intanto sui social network esplode l’ira della gente: «Assassino maledetto – scrivono sul profilo Facebook di Farah –, vergognati per quello che hai fatto. Hai ucciso due brave persone».

Il ministro dell’Interno e vicepremier leghista Matteo Salvini ha dichiarato «solo schifo per l’assassino» e il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, rincara: "Ho una sola domanda senza puntare l'indice contro nessuno: perché un pregiudicato arrestato lo scorso anno in un'operazione antidroga in cui erano stati trovati 220 kg di hascisc, non stava in una cella di un carcere ma girava tranquillo, ubriaco, a folle velocità, contromano e su un'auto senza assicurazione? Se questo delinquente fosse stato in carcere oggi non ci sarebbero due genitori uccisi e due bimbi orfani". Ma Laura Del Vicario, sorella della vittima, invita a ben altri sentimenti in un momento come questo: «Postate ricordi, parole, foto e sorrisi. Non lasciamo che la rabbia prenda il sopravvento».