Incidente Porto Recanati, il processo a Marouane Farah slitta all'8 aprile

Il marocchino è accusato dell'omicidio stradale di Elisa Del Vicario e Gianluca Carotti, in seguito all'incidente nella notte tra il 2 e 3 marzo

Farah all'arrivo in tribunale (foto Calavita)

Farah all'arrivo in tribunale (foto Calavita)

Macerata, 25 marzo 2019 - Slitta all'8 aprile il processo, forse anche con la sentenza, per Marouane Farah, il marocchino accusato dell'omicidio stradale di  Elisa Del Vicario e Gianluca Carotti, in seguito all'incidente stradale  a Porto Recanati nella notte tra il 2 e il 3 marzo. Questa mattina, nella prima udienza del processo per direttissima, gli avvocati difensori Vando Scheggia ed Emanuele Senesi hanno chiesto al tribunale un rinvio, "avendo saputo della fissazione di questa udienza solo venerdì, senza alcuna possibilità di leggere gli atti del fascicolo e di poter valutare riti alternativi".

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I giudici hanno dunque rinviato l'udienza tra due settimane. Il sostituto procuratore Claudio Rastrelli ha comunque anticipato che non c'è la disponibilità al patteggiamento sull'accaduto. Dunque al marocchino – arrivato in tribunale a Macerata da Montacuto in ambulanza, per i postumi dell'incidente - resta solo l'opzione del rito abbreviato. L'imputato, accusato di omicidio stradale duplice, di lesioni aggravate ai due bambini della coppia, di guida in stato di ebbrezza (con un tasso etilico di 1,7) e sotto l'effetto di cannabis, rischia una condanna dai 12 ai 18 anni di carcere.

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LEGGI ANCHE Incidente Porto Recanati, in centinaia ai funerali di Elisa e Gianluca In aula questa mattina erano presenti i familiari della coppia, che si sono costituiti parti civili con gli avvocati Giuliano Natalucci, Francesco Linguiti e Silvio Verri. I parenti hanno chiesto un risarcimento di 500mila euro a testa, «ma soprattutto ci aspettiamo una sentenza giusta – ha commentato l'avvocato Natalucci, amico della coppia e presente la sera dell'incidente – che tenga conto della gravità del fatto. I familiari hanno sempre respinto ogni strumentalizzazione della vicenda, ma oggi erano in aula per partecipare e far comprendere quello che hanno subito». «Una risposta di esemplarità non è una risposta di giustizia – ha detto poi l'avvocato Scheggia -. C'era tutto il tempo per procedere senza questa accelerazione supersonica, visto che Farah è in carcere e noi non abbiamo contestato la misura cautelare. E questo deve essere sufficiente per tranquillizzare tutti».