Incubo finito per la neomamma "Potrò abbracciare la mia piccola"

Era stata intubata dopo il parto a Civitanova: "Il vaccino? Volevo aspettare la fine della gravidanza". A Nefrologia positivi alcuni pazienti dializzati, ma De Falco tranquillizza: "Situazione sotto controllo"

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di Franco Veroli

"Sto bene, sto benissimo, grazie a Dio sto bene", dice al Tg regionale Rai delle Marche. Positiva al Covid, non vaccinata, dopo aver partorito una bambina il 9 gennaio all’ospedale di Civitanova, viste le sue difficoltà respiratorie era stata trasferita all’ospedale Marche Nord di Pesaro. Ora la 36enne, dopo alcuni giorni di ricovero nell’Area semi intensiva e sette giorni intubata in terapia intensiva, è in un posto ordinario di area medica e tra qualche giorno potrà finalmente tornare a casa. Ha raccontato la sua vicenda – di cui il Carlino aveva dato conto la scorsa settimana – con la carica di chi dopo giorni molto difficili, avverte che l’incubo è ormai finito. Ha raccontato che la piccola è venuta al mondo a 38 settimane e cinque giorni, di essere stata male e di aver partorito d’urgenza a Civitanova. Poi il Covid ha cominciato a farsi sentire in maniera più severa, procurandole serie difficoltà respiratorie, tanto da rendere necessario il ricovero all’ospedale di Pesaro, dove c’è uno spazio regionale specifico per accogliere e curare le partorienti colpite dal virus. La separazione dalla figlia appena venuta al mondo è stata brusca, ha potuto vederla solo sullo schermo del telefonino: anche per questo non vede l’ora di riabbracciarla, insieme all’altra figlia e al marito. Ha spiegato di non essersi vaccinata, ma solo perché voleva completare prima la gravidanza, rimandando la somministrazione ad un momento successivo. La donna è molto soddisfatta e contenta e, rivolta a medici e infermieri presenti nella sua camera, dice con chiarezza: "Loro hanno fatto il miracolo, se sono qui è grazie a loro". Una bella storia, con straordinari segnali di vita, sempre significativi, maggiormente in un momento come l’attuale, ancora fortemente segnato da una pandemia che ha sconvolto il nostro paese e il mondo.

Intanto Omicron continua a creando una serie di difficoltà, poiché molte persone asintomatiche, ignare di essere state infettate, arrivano al pronto soccorso o in ospedale per ricevere le cure e prestazioni necessarie non per il Covid, ma per altre patologie. Qui sono necessariamente sottoposte al tampone che dà spesso esito positivo, imponendo l’isolamento degli stessi pazienti. Così è accaduto nei giorni scorsi per sette ricoverati in Medicina all’ospedale di Macerata, così è accaduto anche nel reparto di Nefrologia dove pazienti che devono sottoporsi a dialisi sono risultati positivi. "Ma non c’è alcun focolaio", spiega Carlo di Falco, direttore sanitario del presidio ospedaliero unico dell’Area Vasta 3. "Ci sono pazienti dializzati risultati positivi al Covid ai quali garantiamo il necessario trattamento in ambiente protetto, senza rischi, né per loro, né per l’ospedale". Di sicuro ormai non stupisce più il fatto che ci siano pazienti che risultano positivi al Covid, perché nella stragrande maggioranza dei casi sono asintomatici, come si rileva anche dai nuovi contagi rilevati dall’Osservatorio epidemiologico delle Marche diffusi ieri. Sono stati processati 19.039 e i nuovi positivi sono 6.196: 1.437 in provincia di Pesaro, 1.636 ad Ancona, 1.325 a Macerata, 697 a Fermo, 828 ad Ascoli e 273 residenti fuori regione. Di questi, solo 789, il 12,7%, sono sintomatici. Il tasso di positività è al 39,6% rispetto al 39% del giorno precedente, mentre l’incidenza per 100mila abitanti passa da 2.667,97 a 2.691,01. In aumento i ricoveri, che passano da 354 a 357, 3 in più, 58 dei quali – 1 in meno – in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare passano da 21.392 a 21.561, 169 in più, mentre gli attualmente positivi passano da 21.746 a 21.918, 172 in più. Il dato sicuramente più interessante e positivo è sicuramente il deciso calo del numero delle persone in quarantena, passate da 70.652 a 67.339, ben 3.313 in meno.