"Indispensabile un centro diurno Alzheimer"

L’appello su Fb di Ilaria Bompadre: "Non è possibile percorrere 80 km al giorno per portare mio padre nell’unica struttura disponibile"

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Servizi per i malati di Alzheimer, da anni l’amministrazione comunale promette la realizzazione di un centro diurno, ma sempre sono entrate in bilancio altre priorità e non tutte importanti. Anzi. Centinaia di migliaia di euro sono stati destinati a progetti ben più frivoli e Civitanova resta senza una struttura che rappresenta un supporto fondamentale per chi soffre di questa malattia e per le famiglie che se ne occupano. E tra queste, qualcuna è costretta a percorrere fino a 80 chilometri al giorno per affidare il familiare agli operatori. Di centri Alzheimer si è tornati a parlare a ridosso della scorsa campagna elettorale, con carteggi e annunci di varianti per consentire al Paolo Ricci di poter immaginare un progetto su una area comunale. Poi, passato il voto, di nuovo il problema è tornato nell’oblio. Lo riporta dentro il dibattito politico Ilaria Bompadre con un appello Facebook. Le scorse elezioni era in lista con Fratelli d’Italia, partito che governa con il sindaco Ciarapica. Per non creare imbarazzo alla coalizione che sostiene la Bompadre premette di scrivere il post "come figlia di un malato di Alzheimer. Non vuole essere un attacco politico, ma solo lo sfogo di chi da oramai tre mesi ogni giorno percorre 80 km, con tutti i rischi che ne conseguono, per portare il padre all’unico centro diurno attivo qui in zona".

E si chiede la Bompadre: "come può essere che una città come Civitanova non sia in grado di fornire questo servizio? Come è possibile che si pensi a tante frivolezze e non a una cosa così necessaria per la quale l’associazione AttivaMente Alzheimer, insieme alle famiglie che hanno cari con questa malattia, si battono da anni?".

Quindi l’accusa alla politica: "abbiamo sentito solamente tante promesse mai mantenute. Chi non ha un malato di Alzheimer in casa non può capire quanto per noi possa essere importante avere una struttura dove poterlo lasciare durante il giorno. Un respiro per noi e un momento importante per loro, perché se li teniamo impegnati possono rallentare, anche se di poco, il peggioramento della malattia e soprattutto se sono in compagnia passano le giornate più serenamente e la sera quando tornano a casa sono più gestibili da noi".

"Solo chi ha una persona con demenza in casa – conclude – può capire cosa significa quello che sto scrivendo. L’unico aiuto e sostegno che abbiamo è quello dell’associazione, ma a noi serve di più, serve l’aiuto delle istituzioni. Il progetto di musico-terapia dei mesi scorsi era una buona cosa, ma mezza giornata a settimana per noi famiglie è poco, abbiamo bisogno urgentemente di una struttura che possa accogliere i nostri cari tutti i giorni con possibilità di fare mezza giornata eo la giornata intera, perché loro non sono malati di serie B".

Un appello che non fa una piega, in una città in cui l’amministrazione comunale impegna tante risorse per varare varianti commerciali.

l. c.