Infermieri insultati e aggrediti. "Eravamo eroi, ma ci hanno già dimenticato"

Macerata, intervista al presidente dell’ordine Sandro Di Tuccio: "Chiediamo rispetto e un migliore trattamento economico. Molti colleghi sono già andati a lavorare all’estero"

Infermieri in tempi di pandemia, foto generica

Infermieri in tempi di pandemia, foto generica

Maceraata, 13 maggio 2022 - "Nei momenti più duri della pandemia ci hanno definito angeli o eroi, anche se non eravamo né gli uni né gli altri, visto che facevamo solo il nostro lavoro. L’enfasi, tuttavia, sottolineava la centralità della professione. Era frutto però dell’emotività dettata dalla situazione. E infatti è durata qualche mese, poi tutto è stato rapidamente dimenticato. Anzi. Oggi, nonostante il nostro impegno sia sempre lo stesso, siamo spesso oggetto di insulti e violenze". Sandro Di Tuccio, presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche di Macerata, descrive così il "clima" nel quale ieri è stata celebrata la giornata internazionale dell’infermiere.

Sandro Di Tuccio è il presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche
Sandro Di Tuccio è il presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche

Di Tuccio, davvero siamo messi così male?

"Aggressioni verbali, psichiche e anche fisiche, con sputi e spintoni, in pronto soccorso sono ormai diventate normali, anche se non mancano, ma sono più rari, degli episodi simili nei reparti. Molti colleghi neppure ci fanno più caso, per questo emergono soltanto i casi più gravi, gli altri non sono neanche denunciati. E sa qual è l’aspetto più grave?"

Quale?

"Il 90% di coloro che esercitano la professione sono donne. Ed è contro di loro, in base a una logica sessista e maschilista, che più frequentemente si verificano aggressioni. Diamo sempre il massimo, non possiamo essere ripagati in questo modo. Non a caso proprio oggi (ieri, ndr ) c’è stato un convegno sul burn out, vale a dire sullo stress lavorativo che poi investe la categoria".

Che cosa chiedete?

"Niente di strano. Innanzitutto rispetto, poi di essere trattati un po’ meglio, specificando la nostra professionalità, che oggi è equiparata ad altri ruoli e funzioni, ad esempio quelli tecnici e amministrativi, con un miglioramento del trattamento economico. Ma per il contratto sembra non esserci ancora luce, né sono state avviate le procedure per l’indennità infermieristica 2021, che è stata prevista, ma non ancora corrisposta. Si dice che si intende sistemare tutto in un unico pacchetto, ma non si capisce né come, né quando".

Quanti sono gli infermieri iscritti all’ordine in provincia?

"Sono 2.350. Di questi, non sono pochi quelli che lavorano all’estero, in particolare in Gran Bretagna, Olanda e Germania".

Come mai?

"Si tratta di colleghi che si sono trasferiti in questi Paesi, dove c’è grande carenza di infermieri, prima della pandemia e che poi non sono più tornati. Hanno contratti con le condizioni vantaggiose, i quali, tra l’altro, prevedono una retribuzione anche doppia rispetto poi alla nostra".

Ci sono ancora infermieri sospesi per la mancata vaccinazione contro il Covid?

"Sì, sono una trentina e non sono stati sostituiti, questo ovviamente crea difficoltà nell’organizzazione del lavoro, visto che comporta una riduzione sul campo delle forze disponibili". Ieri sera, la giornata internazionale dell’infermiere si è conclusa con la proiezione al Multiplex di Piediripa del film-documentario "Io resto" di Michele Aiello. All’iniziativa, organizzata dal nucleo provinciale Cives, guidato da Sistino Tamagnini, e dall’ordine delle professioni infermieristiche, hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni regionali e provinciali, sindaci, tanti infermieri e pure volontari.