Infortuni sul lavoro: triste primato maceratese

In provincia l’incremento maggiore: 1.909 nei primi cinque mesi dell’anno, 572 in più. Tante anche le malattie professionali: 922

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di Franco Veroli

Nei primi cinque mesi del 2022, nelle Marche la provincia di Macerata è quella che ha registrato più infortuni sul lavoro e malattie professionali rispetto all’analogo periodo del 2021. Gli infortuni denunciati, infatti, sono stati 1.909, 572 in più rispetto ai 1.337 dello scorso anno, segnando una crescita percentuale del 42,8%. Cifra assai più alta del 36,4% di Ascoli Piceno, del 28,1% di Fermo, del 28% di Ancona, del 22,25 di Pesaro – Urbino e della media regionale (30,6%).

Stesso discorso, ma con una differenza ancora più marcata a sfavore della provincia di Macerata, sul fronte delle denunce di malattia professionale: 922 rispetto a 817, 105 in più, con un aumento del 12,9%. Un incremento più contenuto rispetto a quello degli infortuni, ma pur sempre il peggiore delle Marche che, mediamente, salvo la provincia di Pesaro – Urbino (+3,5%) registrano una diminuzione: Fermo – 30%, Ascoli Piceno – 18%, Ancona – 8,3%.

"Troppo spesso ci sono infortuni e morti sul lavoro perché vengono svolte attività senza le dovute prescrizioni sulla sicurezza, a volte addirittura dopo aver rimosso o non utilizzato i dispostivi di protezione", sottolinea Daniel Taddei, segretario provinciale della Cgil. "Il profitto – continua - si pone sopra al rispetto della sicurezza, e questo è inaccettabile. La precarietà dilagante, le difficoltà economiche e la paura per il futuro sono elementi che amplificano i rischi. Abbiamo chiesto l’introduzione della patente a punti per le imprese per condizionare l’accesso alle gare d’appalto, ai finanziamenti e alle risorse pubbliche, l’obbligo alla formazione anche per i datori di lavoro e l’istituzione di una Procura Nazionale per la sicurezza e legalità nel mondo del lavoro".

"Occorre aumentare i controlli, la prevenzione e la repressione, con maggiori risorse e personale per i servizi preposti – conclude Taddei -. Il nostro territorio, fortemente in crisi dopo il sisma e la pandemia, rischia di essere terreno fertile per l’illegalità e quindi esposto alle irregolarità e alla mancanza di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto in vista degli enormi investimenti in arrivo con il Pnrr e il Fondo Complementare".

A livello regionale i dati dicono che le denunce di infortunio sono state 8.654, 2.026 in più (+30,6%) rispetto ai 6.628 del 2021, una crescita che ha riguardato soprattutto gli under 19 (+116,5%) e le donne. Ma sono in crescita anche le morti, passate da 7 a 9.

I dati Inail, elaborati dalla Cgil, sono molto preoccupanti", commenta Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale del Partito Democratico. "Un quadro sconfortante rispetto al quale spicca l’assoluto immobilismo della giunta Acquaroli - sostiene l’esponente dem -, nonostante la mozione del Gruppo Pd, di cui ero stato il primo firmatario, approvata cinque mesi fa all’unanimità dal Consiglio regionale in tema di sicurezza sul lavoro". "L’atto di indirizzo - conclude Antonio Mastrovincenzo - impegnava la Giunta regionale ad aumentare le risorse per la prevenzione e ad aumentare gli addetti preposti in ambito lavorativo da parte dell’Asur (Azienda sanitaria unica regionale), a definire il Piano regionale mirato di prevenzione e quelli tematici, così come previsto dal Piano nazionale 2020-2025. Non sono più accettabili dilazioni temporali da parte della Giunta regionale su un argomento così delicato e fondamentale della vita sociale perché in gioco c’è la vita dei lavoratori e il futuro delle loro famiglie".