di Lorena Cellini
Inoltrato all’Arma dei carabinieri e al Ministero dell’Ambente un esposto con cui il centro sinistra chiede alla Procura della Repubblica di Macerata di indagare sui fatti relativi al caso dell’inquinamento della spiaggia sud e della area fluviale del Chienti e oggi verrà ufficialmente illustrato alla città. Sotto osservanze non sono le cause, collegate alla vicenda della contaminazione del terreno e delle falde del Basso Bacino del Chienti, ma alle misure messe in campo dall’amministrazione comunale per tutelare la salute pubblica. Tutto comincia quando una corposa relazione firmata dal geologo Luciano Taddei, incaricato dalla giunta di effettuare sondaggi sul territorio nella zona dell’arenile e della pista ciclabile del fiume, viene depositata all’Ufficio protocollo del Comune.
È il gennaio del 2023. Da quel momento il documento è a disposizione di tecnici e amministratori di Palazzo Sforza. Per mesi non succede nulla e non vengono adottati provvedimenti per avverare del problema la cittadinanza. Poi il 7 giugno 2023 il sindaco emette una ordinanza: proibisce l’ingresso a due sezioni della spiaggia adiacente l’impianto del tiro a volo e vieta il contatto con il terreno su un’area più ampia e che costeggia l’intero percorso della pista ciclabile. Un provvedimento spiegato con la necessità di impedire alla popolazione la frequentazione di quella zone interessate da un inquinamento del terreno, e volatile, prodotto da diverse sostanze chimiche, alcune tra queste cancerogene. Il tempo fatto passare dall’amministrazione comunale tra gennaio e giugno senza emettere provvedimenti è nel mirino dell’opposizione di centro sinistra che ha preparato un esposto firmato da quasi tutti i consiglieri comunali che siedono dall’altra parte della maggioranza, per chiedere alle autorità di verificare comportamenti e atti adottati dall’amministrazione comunale per tutelare la salute dei cittadini.
Il contenuto dell’esposto verrà illustrato questa mattina a Palazzo Sforza.