FRANCO VEROLI
Cronaca

"Insultati ogni giorno. In arrivo i pulsanti per far partire l’allarme"

Il primario Rossi sulle misure per difendersi dalle intemperanze di pazienti e familiari.

Il primario Rossi sulle misure per difendersi dalle intemperanze di pazienti e familiari.

Il primario Rossi sulle misure per difendersi dalle intemperanze di pazienti e familiari.

"Le aggressioni, purtroppo, sono un fenomeno comune a tutti i pronto soccorso d’Italia, nessuno ne è esente. Il rischio zero non esiste, né mai esisterà. Quello che si può fare è cercare di contenerle, ed è quello che si sta cercando di fare per tutelare il personale sanitario affinché possa lavorare in sicurezza". Emanuele Rossi, direttore del pronto soccorso di Macerata, spiega la natura di questi episodi e i provvedimenti assunti per evitare che si ripetano. "Le aggressioni vere e proprie, quelle fisiche e particolarmente violente – sottolinea – qui da noi per fortuna sono rare e sono messe in atto, quasi sempre, da pazienti psichiatrici o soggetti con problemi legati alla tossicodipendenza. Quelle verbali, cariche di improperi e insulti, sono pressoché quotidiane, difficile che passi un giorno senza che un medico o un infermiere debba fare i conti con le brutte parole o le urla lanciate al suo indirizzo non tanto dai pazienti, quanto dai loro familiari".

Nel condannare, ovviamente, comportamenti che non possono mai trovare giustificazione, Rossi evidenzia come questa situazione dipenda da fattori indipendenti sia dai direttori dei pronto soccorso, sia da direttori generali dell’Ast. "Il problema – spiega – è che i posti letto per i ricoveri sono insufficienti, i reparti non riescono ad accogliere i pazienti. Così, questi, spesso anziani cronici, restano da noi in Obi (Osservazione breve intensiva) non uno o due giorni, come dovrebbe essere, ma anche quattro o cinque, come se fossimo un reparto, ma il pronto soccorso non lo è. Ovviamente, questi pazienti devono essere assistiti. Tutto questo ha un effetto sul cosiddetto "boarding", vale a dire sull’attesa, con conseguente aumento del tasso di insofferenza da parte di chi si trova ad aspettare troppo a lungo. Servirebbero più posti letto. Ma, ripeto, questo non dipende da noi o dai vertici dell’Ast, ma da tetti di spesa e decisioni assunte a livello nazionale".

Intanto, però, il ripetersi delle aggressioni ha elevato la soglia di attenzione e spinto tutti i soggetti interessati a intervenire in modo ancora più deciso. "Grazie a un lavoro di squadra che ha visto coinvolti i direttori di pronto soccorso, Ast di Macerata, prefetto, forze dell’ordine e Regione, in particolare l’assessore Saltamartini, sono stati presi provvedimenti importanti. "Tra l’area del Triage e la sala visita – prosegue Rossi – è stata posizionata una "porta filtro", con una serratura di sicurezza, che può essere aperta solo da un operatore sanitario: se qualcuno dà in escandescenze, viene subito bloccato. Abbiamo anche a disposizione un vigilante in modo continuativo, mentre pattuglie delle forze dell’ordine effettuano ronde periodiche. A questo si aggiunga che, a fine mese, avremo quattro dispositivi di allarme che il personale porterà legati al collo. Si tratta di un pulsante collegato sia al vigilante che alle forze dell’ordine, premendo il quale scatta subito il loro intervento".