"Inutile traslocare, rischiamo di stare più stretti"

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Non sono poche le difficoltà con cui deve fare i conti l’associazione Amici del museo di storia naturale: la questione degli spazi rappresenta il problema più grande. "Inutile trasferirsi, se poi, nella nuova sede accanto ai giardini Diaz, avremmo gli stessi metri quadrati a disposizione, se non di meno – spiega Federico Landi, presidente dell’associazione –, infatti parliamo di un’area di circa 200 metri quadrati, come nella sede attuale in centro, in via Santa Maria della Porta, ma se ne togliamo alcuni per ricavare la biglietteria e il bookshop, ecco che lo spazio sarebbe ancora più ridotto". Il trasferimento non è dietro l’angolo, ma l’ipotesi preoccupa comunque i volontari del museo: "Stiamo aspettando di vedere se passa il finanziamento con il Pnrr, poi possiamo ragionarci – sottolinea l’assessore Katiuscia Cassetta –, ma per adesso non sappiamo quando avremo risposte". Il museo si regge sul lavoro quotidiano e lo sforzo di pochi volontari, oltre agli stagisti (quattro, al momento), qui vengono in visita tante scolaresche, dall’asilo alle medie, meno frequenti le uscite al museo degli studenti delle superiori: bisognerebbe coinvolgere di più anche quella fascia d’età, dicono i volontari. Ma prima di tutto, attenzione alla sede: già ora non c’è posto per esporre tutto il materiale, il rischio è che nella nuova sede ce ne sia ancora meno. "Sarebbe molto più comodo e semplice – prosegue Landi – sviluppare il museo in verticale, dove siamo ora, andando a includere anche i piani superiori del palazzo". Il museo ha riaperto a settembre del 2021, dopo circa due anni di chiusura per la pandemia. Innanzitutto, ora, si pone la questione del centro storico, che "già si spopola di negozi e attività, non è il caso di portare via altri pezzi – dice Landi –. Poi qui siamo più vicini a tutti gli altri musei, e dato che ora siamo a pieno titolo nella rete museale, la scelta più logica sarebbe quella di restare dove siamo". C’è poi la questione dei contributi: "Riceviamo un contributo di duemila euro all’anno dal Comune e alla Regione ancora non si può fare richiesta perché non sono trascorsi i due anni minimi dalla costituzione dell’associazione, il risultato è che al momento diverse spese vengono sostenute dai soci di tasca propria, quelle per le pulizie, ad esempio". Dulcis in fundo: "Dovrebbe stare aperto sabato e domenica, sarebbe un servizio d’estate per accogliere i turisti e d’inverno per i cittadini, nella convenzione infatti risulta che dovrebbe funzionare come un normale museo, quindi coprire anche i festivi".

Chiara Gabrielli