Iommi: "Un’esposizione per non dimenticare Vogliamo spingere i giovani a riflettere"

Uno degli organizzatori dell’iniziativa: "Abbiamo mostrato anche materiale inedito".

Dopo aver visitato la mostra abbiamo avuto la possibilità di intervistare, Marco Iommi, uno degli organizzatori, ma anche nostro professore di religione e vicepresidente del Centro Studi Montecosaresi.

Iommi, quali sono state le motivazioni che hanno spinto a realizzare la mostra?

"Abbiamo deciso di improntare tutto il lavoro dell’associazione sulla memoria per far sì che certi avvenimenti non vengano dimenticati; inoltre abbiamo curato con attenzione la mostra affinché i giovani di oggi siano spinti a riflettere".

Da dove provengono i materiali presenti nella mostra?

"Diversi di questi materiali, come il sapone Rif, che non poteva essere venduto agli italiani perché venivano considerati complici, vennero trovati negli Stati Uniti da alcuni studiosi interessati alla Shoah. Le fotografie sono state prese dal Museo delle due Guerre di Loro Piceno con il quale si è stabilita una buona collaborazione".

Cosa ha pensato quando ha visto nel registro degli internati al campo di concentramento di Auschwitz il nome di una persona che aveva il suo stesso cognome?

"Sono rimasto molto colpito perché sapere che un membro della propria famiglia è stato fatto prigioniero mi ha fatto sentire parte di questo brutto periodo storico".

Quale è stato l’aspetto o l’oggetto di questa mostra che lo ha colpito di più?

"Il sapone Rif fatto con il grasso umano, fa un certo effetto sapere che invece di grasso animale è stato usato quello umano".

Ci sono stati molti visitatori alla mostra?

"Sì. Ci sono stati molti visitatori, sia adulti che ragazzi, i quali hanno riportato recensioni molto positive perché quanto abbiamo esposto è materiale molto significativo, ci sono pezzi inediti che permettono di capire le dimensioni e la gravità di quanto successo".

Ci sono altri progetti riguardanti la Giornata della Memoria?

"Abbiamo in mente diversi progetti per far sì che la Shoah non sia relegata a un solo momento. Desideriamo proporre esperienze interessanti e moderne come la visita virtuale ad Auschwitz realizzata da Vito Carlo Mancino, uno dei pochi studiosi che ha la possibilità di fare riprese all’interno del campo di concentramento".

Giorgia Tasso, Veronica Concetti, Giulia Cataldi, III B