Irene Diprè: "Combatto la sclerosi multipla con l’arte"

La maceratese: malattia diagnosticata in ritardo, ora trasformo in quadri le foto delle lesioni al cervello dei malati

La maceratese Irene Diprè, 44 anni, con l'arte combatte contro la sclerosi multipla

La maceratese Irene Diprè, 44 anni, con l'arte combatte contro la sclerosi multipla

Macerata, 17 luglio 2022 - "Ho la sclerosi multipla da più di 20 anni, ma mi è stata diagnosticata ufficialmente solo nel 2020. Forse, se lo avessi saputo prima, avrei potuto rallentare la malattia. Vado avanti giorno per giorno, mi dico che, se oggi va male, domani andrà bene. Piangersi addosso non serve. Ora sto dipingendo dei quadri con le lesioni della malattia, trasformo le macchie in costellazioni, in qualcosa di bello. E magari quando ne avrò realizzati abbastanza si può fare una mostra o metterli all’asta, per aiutare chi come me ogni giorno deve fare i conti con questo oscuro passeggero". È questa la forza di Irene Dipré, 44 anni: artista maceratese, occhi che sorridono sempre, nonostante tutto, e il coraggio di lottare per un sogno. Oltre ogni sofferenza.

Questa storia comincia nel 1997: Dipré ha appena sostenuto gli esami di maturità. "Sono stata ricoverata in ospedale per una ventina di giorni – racconta –, avevo giramenti di testa e sentivo formicolii e parestesie alle mani e ai piedi. Ricordo che in quel periodo la risonanza magnetica dell’ospedale era rotta. Una dottoressa mi disse che potevo avere la sclerosi a placche. Lei, almeno, aveva inquadrato il problema. Ma, alla fine, dopo vari esami, mi dissero che avevo un esaurimento nervoso".

È iniziato così il lunghissimo calvario di Dipré. "Da allora, e fino al 2020, sono passata per una che soffriva di attacchi di panico, sempre stanca, con tachicardia e frequenti giramenti di testa. Tutto questo ha comportato anche problemi relazionali, con gli amici mi affaticavo anche solo nel fare una semplice passeggiata, ero sempre lì a scusarmi. Nel 2013, quando abbiamo ripreso il bar Pompei, facevo molta fatica, quando stavo malissimo mi rifugiavo nel laboratorio".

Nel 2015 sono iniziati i mal di testa feroci. "Il mio medico pensava a un’infiammazione del trigemino. Il dottore mi spedì a fare una risonanza magnetica, ed è stato allora che vennero fuori le prime macchie, demielinizzazioni, e mi dissero che avevo una leucoencefalopatia multifocale aspecifica. Questo perché, senza liquido di contrasto, si vedevano solo le macchie superficiali e non quelle attive". Nel 2016, in seguito a un controllo, le dicono che potrebbe soffrire di fibromialgia. "Un altro medico invece mi disse che ero semplicemente nervosa".

Con la seconda risonanza magnetica, si vide che le macchie erano salite da 3 a 6. Nel frattempo Dipré aveva iniziato a lavorare al Pozzo, ristorante del centro. "Le persone di quel locale sono state una seconda famiglia. Quando vedevano che stavo male, mi facevano riposare o mi mandavano a casa". Sono passati due decenni dai primi malesseri. "Per 23 anni, non ho mai saputo cosa avessi – sottolinea – finché, nel gennaio 2020, finalmente, dopo una risonanza con il mezzo di contrasto, sono riuscita a dare un nome alla mia sofferenza. Il radiologo mi ha preso da parte e mi ha detto: ‘Non si chieda più quante macchie ha, perché ce ne sono centinaia e sono arrivate anche al midollo. Lei ha la sclerosi multipla RR (Recidivante Remittente). Faccia uno stile di vita sano, e cerchi di stare tranquilla’. Subito, ho provato tanta rabbia, ma allo stesso tempo anche sollievo, sapere cosa avessi è stata una liberazione".

Dipré ha iniziato la terapia in piena pandemia, nel 2021, "i farmaci sono quasi tutti di tipo chemioterapico, con conseguente spossatezza, perdita di capelli, e così via. Ho proseguito con punture di interferone che tende a rallentare la formazione di nuove macchie, ma dopo ogni puntura dovevo stare tre giorni a letto, con tanto di febbre. Dopo queste cure pesantissime per 7 mesi, ho smesso con i farmaci, prendo solo acido nervonico. Quando ho ricadute, prendo il cortisone naturale. Ci tengo a ringraziare il team di Villa Adria di Ancona, veramente eccezionale".

Irene, all’Accademia di Belle Arti di Urbino, ha portato avanti una ricerca pittorica incentrata sul cervello e il funzionamento della psiche. Fa parte dell’Ucai (Unione cattolica artisti italiani) e ha partecipato con delle sue opere a un’asta di beneficenza. Ora, mi sto facendo inviare da altri malati di sclerosi foto delle loro lesioni al cervello, per realizzare il progetto ‘Costellazioni cerebrali e dintorni’. Prevedo di realizzare 50 quadri e ho avviato una raccolta fondi per finanziare i materiali necessari. Una volta finito, vorrei realizzare una mostra qui a Macerata o metterli all’asta e donare il ricavato alla ricerca, magari all’Aism, mentre qualche pezzo andrebbe in dono ai vari centri che si occupano di sclerosi. Le lesioni sono macchie luminose, sembrano esplosioni bianche su sfondo grigio-blu, dipingendole e trasformandole in qualcosa di meraviglioso voglio esorcizzare una malattia che è così tanto invalidante". Un piccolo desiderio: "Mi piacerebbe se il Comune potesse mettermi a disposizione un laboratorio, basta anche una stanza, dove dipingere e tenere corsi di disegno, che sarebbero a costo zero per chi soffre di qualche patologia, e alla fine realizzare insieme con gli allievi delle mostre a scopo benefico".