Isola pedonale, il ritorno agli anni Duemila

Migration

Paola

Pagnanelli

Valutiamo di chiudere il centro alle auto sotto le festivi". Con questa semplice frase, la giunta comunale preme il tasto di avanzamento veloce, e dagli anni Ottanta si torna ai Duemila. L’isola pedonale era stata uno dei temi cari nei venti anni di centrosinistra alla guida della città. Quando però l’aria era cambiata, era diventata la causa di tutti i mali. I commercianti, in particolare, chiedevano il ritorno delle auto nelle piazze, per non far morire il centro storico. La giunta Parcaroli appena eletta li aveva subito ascoltati, e il semaforo a rampa Zara era rimasto sempre sul verde: venite parcheggemus, con licenza parlando. Peccato che alla fine ci sia stato il solito bambino a svelare che il re è nudo, il titolare del ristorante DiGusto (Marco Guzzini), testimone diretto della difficile convivenza di famigliole con bambini piccoli, ragazzini e pedoni vari, e le auto, alla ricerca disperata di un parcheggio che, al di là del semaforo, non esiste se non per pochissimi fortunati. Così l’assessore Paolo Renna con spirito pratico ha condiviso l’opportunità di ritornare all’isola pedonale, almeno nei fine settimana festivi, quando si auspica che in tanti vorranno fare regali, due passi, un aperitivo o una cena tra le attività del centro. Questa potrebbe essere una proposta di equilibrio da cui partire, per ripensare l’isola pedonale invece di buttarla nel cestino. Un posto delicato e complicato come il centro storico va gestito con cura e attenzione, mettendo da parte le ideologie, non fidandosi di soluzioni semplicistiche e soprattutto ricordando che spesso chi ha torto alza la voce.