SEBASTIANO VEROLI
Cronaca

La beffa per i pensionati: "Tasse pagate due volte"

Doppio balzello per chi ha lavorato in Germania: 164 casi in provincia. Maccari (Spi Cgil): "Gli anziani rischiano di perdere anche anni di arretrati".

Romina Maccari, segretaria provinciale dello Spi Cgil

Romina Maccari, segretaria provinciale dello Spi Cgil

Pagare le tasse è un dovere. Pagarle due volte, però, specie se pensionati, forse è un po’ troppo. È la situazione in cui si trovano tante persone, anche della nostra provincia, che hanno lavorato in Germania e sono poi rientrate in Italia, con un assegno corrisposto dalla Repubblica federale tedesca. "Il problema è generato dai diversi sistemi pensionistici. In Germania – infatti – il Fisco tassa i contributi previdenziali versati, pertanto solo una parte della pensione tedesca costituisce reddito da dichiarare all’Agenzia delle entrate italiana. Solo noi, in provincia di Macerata, abbiamo in carico 164 casi del genere, il che vuol dire che i soggetti interessati sono molti di più", afferma Romina Maccari, segretaria generale dello Spi - Cgil. "Il fatto è – prosegue – che per evitare che in Italia questi pensionati paghino tasse più del dovuto, bisogna richiedere al Fisco tedesco il rilascio di un’attestazione che certifichi la quota non imponibile che deve essere tolta dal lordo in fase di dichiarazione dei redditi".

La materia è regolata dall’articolo 25 della convenzione sottoscritta dalla Repubblica italiana e dalla Repubblica federale di Germania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e prevenire le evasioni fiscali, fatta a Bonn il 18 ottobre 1989 e ratificata con la legge 459 del 24 novembre 1992, la quale prevede che non tutto il reddito da pensione deve essere tassato. Lo Spi Cgil di Macerata ha già fatto la richiesta per 125 pensionati, ma quelle trattate dall’ufficio delle imposte tedesco (Finanzamt Neubrandenburg RiA) sono appena una trentina. "Questo, ad un certo punto, forse per l’elevato numero delle richieste, ha smesso di rispondere. La certificazione non ha scadenza e ogni anno si può dedurre dal reddito la quota certificata. È possibile ottenere fino a un massimo di cinque anni di arretrati se non si è mai usufruito di tale deduzione. È chiaro, però che se si rallentano le risposte, i nostri pensionati non solo subiscono una doppia tassazione, ma rischiano anche di perdere anni di arretrati". Non è una cosa da poco, anche perché l’articolo 25 della richiamata convenzione prevede il principio di non discriminazione. È a questo che si è riferita l’onorevole Maria Cecilia Guerra, che ha presentato al riguardo una interrogazione al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per sapere se "sia a conoscenza delle difficoltà riscontrate dai soggetti residenti in Italia che percepiscono una pensione tedesca e quali iniziative intenda intraprendere per semplificare la procedura necessaria alla compilazione della dichiarazione dei redditi". Una domanda legata al fatto che "la procedura di certificazione sarebbe temporaneamente bloccata a causa dell’elevato numero di richieste provenienti dall’Italia e questa situazione rischierebbe di danneggiare pesantemente i soggetti coinvolti in vista delle prossime scadenze dichiarative".