"Le Sae a Pian di Pieca, una volta che i terremotati saranno rientrati nelle case, saranno destinate al progetto “Dopo di noi“ dell’Anffas Sibillini. Invece quelle alle porte del centro saranno a uso sportivo, ad esempio per le squadre in ritiro, e scolastico, come una sorta di convitto". Il sindaco di San Ginesio Giuliano Ciabocco parla della seconda vita delle casette, le soluzioni abitative in emergenza, che ospitano ancora gli sfollati; ma la volontà dell’amministrazione per il futuro, quando questi ultimi rientreranno nelle case ricostruite, è quella di riassegnarle.
Dopo le scosse del 2016, sono state costruite tre aree Sae a San Ginesio con 13 casette in viale del Tramonto, vicino al centro, 7 a Santa Maria in Altocielo e 19 a Pian di Pieca. "Queste ultime, quando torneranno libere, saranno riutilizzate con questa finalità sociale – prosegue il sindaco –. Il progetto, che riguarda diverse età, è già stato portato in consiglio comunale e deliberato". "Il villaggio della Casa nel cuore è da anni un nostro ambizioso progetto – commenta la presidentessa di Anffas Sibillini Cinzia Antognozzi –. Stiamo lavorando con impegno a fianco del Comune perché si possa trovare la miglior soluzione, che gli dia stabilità ed elasticità per far sì che le persone con disabilità, i familiari e gli anziani possano mantenere la miglior qualità di vita possibile". D’altronde pensare al "Dopo di noi" vuol dire anche pensare a realizzare nel "Durante noi" strutture e servizi adatti alle persone con disabilità. "Le Sae in centro, vicino al polo sportivo con campi da tennis, padel, piscina, beach volley, pista di atletica e stadio – aggiunge Ciabocco –, potranno accogliere squadre e atleti. Inoltre queste casette sono anche vicine alla scuola in costruzione, l’istituto professionale Ipsia Frau, quindi potranno essere legate a un convitto". A breve dovrebbero iniziare i lavori allo stadio. Non avranno, per ora, una destinazione definita le Sae di Santa Maria in Altocielo. Dal 2022 la Regione, con la Protezione civile nazionale, ha stabilito che una volta soddisfatta l’emergenza le Sae possano essere destinate ad altre esigenze abitative, anche non connesse con il terremoto. E ogni Comune può scegliere, in base a determinati parametri e priorità, come riassegnare le Sae che via via si liberano.
Lucia Gentili