La cerimonia per la Liberazione "In Ucraina c’è bisogno di pace"

Migration

La festa della Liberazione è stata per molti cittadini un’occasione per testimoniare la propria presenza sia al corteo che alla cerimonia in piazza Leopardi. Tanta gente, quanta non se ne vedeva da anni, per partecipare a una festa che, ha detto il sindaco Bravi, "deve unire e non dividere. I nostri padri hanno accantonato ogni divisione per darci pace e democrazia". A differenza della vigilia, che spesso in Italia ha visto i partiti prendere le distanze dalle posizioni dell’Anpi sulla guerra in Ucraina, nella piazza di Recanati si è vissuta una sintonia di vedute e di condivisione nel ripudiare la guerra come soluzione del conflitto in atto nel rispetto della Costituzione. È stato per primo il sindaco Bravi a ricordare l’articolo 11 della Costituzione, "che ci dice che l’Italia ripudia la guerra". Quindi, ha ribadito il sindaco, "siamo un Paese che non deve farsi tirare per la giacchetta da nessuno". Tesi sostenuta anche da Sandro Apis, presidente dell’Anpi recanatese. "La Russia – ha detto – ha brutalmente invaso l’Ucraina, un’aggressione disumana. Di fronte a questo istintivamente siamo portati a pensare di armare la vittima". Ma l’Anpi non è su questa linea perché, ha insistito Apis, "il dialogo deve sempre prevalere e deve essere chiaro a tutti che la pazienza della diplomazia, faticosa e frustante, è sempre retribuita sotto forma di vite umane salvate e di un minor numero di ospedali, case e fabbriche distrutti. Questo risultato non può essere prodotto da un approccio belligerante, che altro non coglie che il bianco e il nero, che considera la logica dell’occhio per occhio, dente per dente, e vede dunque nell’escalation degli armamenti l’unica via da seguire".

a. t.