"La chiusura dei circoli dell’Arci è una misura inaccettabile"

Il presidente regionale. Massimiliano Bianchini:. il governo deve ascoltarci

Migration

"Nei prossimi giorni, il governo dovrà discutere dei possibili cambiamenti da adottare circa l’articolo 108 contenuto nella legge di bilancio 2021. Con questo articolo sarebbe eliminata l’esclusione dal campo di applicazione dell’Iva di tutte quelle attività delle associazioni che oggi sono considerate non commerciali, perché svolte in diretta attuazione degli scopi statutari e in favore dei soci (corsi di educazione popolare), o complementari alle attività istituzionali (la somministrazione dei bar sociali dei circoli)". Lo dice il presidente di Arci Marche e Arci Macerata, Massimiliano Sport Bianchini, che definisce questa "misura inaccettabile", visto che "andrebbe a gravare ancora di più sui nostri circoli, che sono stati già duramente colpiti dai decreti sull’emergenza Covid. La chiusura a cui le nostre strutture sono state costrette sta privando interi territori di risorse fondamentali per il tessuto associativo, per la partecipazione civile e la diffusione di cultura e socialità. I circoli hanno fermato tutte le attività a marzo, durante il primo lockdown, e hanno poi seguito scrupolosamente le norme e le direttive governative per garantire il rispetto della distanza interpersonale e il massimo della sicurezza per i nostri soci. Ora, con la regione in zona gialla, abbiamo assistito alla riapertura di attività commerciali, di bar e ristoranti (seppur con orari ridotti), ma ai nostri circoli è ancora impedito di operare. Voglio ricordare che queste strutture non vivono prevalentemente di risorse pubbliche, ma fondano la propria autonomia economica sull’autofinanziamento da parte dei soci che si svolge senza finalità di tipo commerciale o di impresa. Molti dei nostri circoli hanno già chiuso definitivamente, e se non ci saranno subito aiuti concreti (le misure previste dai decreti ristori non bastano assolutamente) e un cambio di rotta per permettere alle nostre strutture di lavorare in condizioni di sicurezza, molti altri chiuderanno a breve, per non riaprire più.

A fronte del grande impegno che il mondo Arci ha messo in campo in questi anni per supportare gli enti pubblici nell’affrontare crisi senza precedenti (dal sostegno alle aree interne nel post sisma fino al progetto Riesco Marche relativo al sostegno a famiglie bisognose a causa dell’emergenza Covid), non è accettabile che ora ci si dimentichi delle decine di circoli che operano quotidianamente nei territori. La chiusura delle attività di somministrazione, la scarsezza delle risorse disponibili per il nostro ristoro e questa ultima misura nella legge bilancio di fatto mettono a rischio la sopravvivenza di Arci. Chiediamo quindi al governo di dare una possibilità alle nostre strutture associative di operare, lavorare, svolgere le attività sociali, culturali che ci contraddistinguono".