SEBASTIANO VEROLI
Cronaca

La classifica degli stakanovisti. Giorni lavorati e retribuzioni nelle Marche

La fotografia scattata dalla Cgia di Mestre su operai e impiegati del settore privato. In provincia di Macerata un impegno medio di 242,8 giorni l’anno, con stipendi appena sotto i 20mila euro

La classifica di giorni lavorati e retribuzioni per provincia

La classifica di giorni lavorati e retribuzioni per provincia

Macerata, 20 maggio 2025 – Nel 2023 operai e impiegati del settore privato della provincia di Macerata hanno lavorato mediamente 242,8 giorni, meno della media italiana (246,1) e al di sotto della media regionale (244,8). Nello stesso tempo hanno ricevuto una retribuzione media annua di 19.912 euro, pari ad una retribuzione media giornaliera di 82,02 euro, ben al di sotto della media italiana, che è di 23.662 euro, pari ad una retribuzione media giornaliera di 96,14 euro, e anche della media regionale, 20.956 euro l’anno, pari a una retribuzione media giornaliera di 85,61 euro. Insomma, è vero che lavoriamo qualche giorno in meno, ma è soprattutto vero che salari e stipendi risultano mediamente piuttosto bassi.

Questo il quadro che emerge da un’indagine della Cgia che a livello nazionale presenta una differenza marcata tra Nord e Sud: al Nord si lavora in media 255 giorni all’anno, con una retribuzione media giornaliera di 104 euro, il 35,5% in più dei 77 euro registrati al Sud, in cui i giorni mediamente lavorati sono 228. Una differenza che si ripropone anche a livello regionale. Nelle Marche, infatti, nella provincia di Pesaro-Urbino, i giorni lavorati sono 248,5, nella provincia di Ancona 248,2, in quella di Macerata 242,8, in quella di Fermo 240, in quella di Ascoli 235,6.

ANSA/CLAUDIO PERI

Di poco diversa la situazione per quel che riguarda il valore medio delle retribuzioni annue: in provincia di Ancona 22.171 euro, pari a una retribuzione media giornaliera di 89,31; in provincia di Pesaro-Urbino, 21.627 euro, pari a una retribuzione media giornaliera di 87,02; in provincia di Macerata, 19.912 euro, pari a una retribuzione media giornaliera di 82,02 euro; in provincia di Ascoli, 19.80 euro, pari a una retribuzione media giornaliera di 84,05 euro; in provincia di Fermo, 18.885 euro, pari a una retribuzione media giornaliera 78,69. Nel nord delle Marche, insomma, salari e stipendi del settore privato sono più elevati rispetto alla parte meridionale. Questi i conti sulla base dei dati ufficiali. Ma la Cgia fa notare che bisogna tener conto di alcuni fattori. "Al Sud si lavora meno per almeno due ragioni strettamente correlate: un’economia sommersa molto diffusa, che nelle regioni meridionali ha una dimensione non riscontrabile nel resto del Paese; e un mercato del lavoro che nel Mezzogiorno è caratterizzato da tanta precarietà, da una diffusa presenza di part time involontario, soprattutto nei servizi, da tanti stagionali nel settore ricettivo e dell’agricoltura, che abbassano di molto la media delle ore lavorate". L’economia sommersa, sia pure in modo meno pesante, è purtroppo presente anche nella nostra realtà. Quanto alle retribuzioni, "ovviamente, nelle aree geografiche del Paese dove le ore lavorate sono più elevate, anche la produttività è maggiore e conseguentemente gli stipendi e i salari sono più pesanti". La Cgia segnala che "le differenze salariali presenti in Italia nel settore privato sono un problema che ci trasciniamo almeno dagli inizi del secolo scorso" e, purtroppo, "in questi ultimi decenni il gap è aumentato, perché le multinazionali, le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie/assicurative/bancarie – che tendenzialmente riconoscono ai dipendenti stipendi molto più elevati della media – sono ubicate prevalentemente nelle aree metropolitane del Nord".

Gli operai e gli impiegati con il maggior numero medio di giornate lavorate nel 2023 sono stati quelli della provincia di Lecco (264,9 giorni), con minor numero quelli della provincia di Vibo Valentia (193,3). Milano è stata la realtà con la retribuzione lorda media annua più alta, 34.343 euro, quella più bassa a Vibo Valentia, solo 13.388 euro.