
di Franco Veroli
Tutti i comuni della provincia di Macerata (fatta eccezione per Castelsantangelo) nel 2021 registrano un reddito medio pro capite che supera quello del 2019, anno precedente alla pandemia. È quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi 2022 pubblicati dal Ministero economia e finanze. Una crescita che si inscrive in quella nazionale: l’analisi della società Intwig di Bergamo, ripresa dal Sole24Ore, dice che in Italia il reddito imponibile pro capite (al netto delle eventuali detrazioni) è di 20.745 euro, 949 euro in più rispetto al 2020 (19.796). Non solo. In questo scenario dopo Lombardia, Liguria e Toscana, che hanno avuto i tassi di crescita più elevati, ci sono le Marche e il Veneto: +3,1% al netto dell’inflazione. Stando alle dichiarazioni Irpef 2022 (relativi ai redditi 2021), in provincia il comune più ricco è Camerino, con un reddito imponibile medio pro capite di 22.117 euro, quello più povero è Gualdo con 14.434 euro.
Dietro Camerino si collocano Macerata (21.649), Recanati (20.202), Civitanova (19.785), Pioraco (19.709), Porto Recanati (19.441), Belforte (19.925), Sefro (19.283), Tolentino (19.171) e Matelica (19.150). Nelle posizioni di coda, dopo Gualdo troviamo Monte San Martino (15.104 euro), Poggio San Vicino (15.338), Penna San Giovanni (15.375). In termini di crescita, però, i risultati migliori sono soprattutto quelli di piccoli centri. Rispetto al 2020, l’incremento maggiore del reddito medio pro capite è stato quello di Cessapalombo: 2.417 euro in più, un aumento del 16,2%. Seguono Camporotondo, (2.453 euro in più, +15,7%) e Monte Cavallo (1.874 euro in più, +13,4%). Tra i comuni più grandi è proprio Macerata a registrare la crescita più modesta (anche se non trascurabile): 782 euro in più, +3,7%. Decisamente migliori i numeri di Corridonia (1.240 euro in più, +7,1%), Civitanova ( 1.263 euro in più, +6,8%), San Severino (1.199 euro in più, +6,9%), Porto Recanati ( 1.148 euro in più, +6,3%), Recanati (1.140 euro in più, +6%), Tolentino (1.039 euro in più, +5,7%) e Potenza Picena (956 euro in più, +5,5%). Unica eccezione in un quadro di crescita sostenuta e generalizzata, Castelsantangelo sul Nera: il reddito medio pro capite è diminuito di 818 euro, -4,6%, anche se è pur sempre maggiore di quello del 2019 (17.101 euro contro 16.303). Ovviamente bisogna tener conto di alcuni fattori, a partire dalla maggiore o minore fedeltà fiscale dei contribuenti: laddove è maggiore, anche il reddito dichiarato è più consistente. Il reddito dichiarato pro capite, poi, è un valore medio: bastano pochi, rilevanti contribuenti a farlo salire. Infatti, i numeri evidenziano che la maggior parte della ricchezza è concentrata nelle mani di pochi: come nel 2020, solo il 5% degli italiani guadagna più di 55mila euro l’anno.
"La crescita, legata alla ripresa post pandemia, è un fatto positivo, ma è il caso di rilevare che nello stesso tempo abbiamo avuto un’inflazione a due cifre che ha eroso il potere d’acquisto", commenta Daniele Principi, segretario provinciale della Cgil. "Bisogna ridurre le disuguaglianze – prosegue – visto che la stragrande maggioranza delle persone fa fatica ad arrivare a fine mese, mentre una minoranza naviga nella ricchezza. Serve maggiore equità". Anche perché, a ridurre gli effetti benefici della crescita pesa anche la minore copertura del pubblico sul fronte dei servizi. "C’è stata una riduzione del welfare che ha scaricato sui cittadini costi aggiuntivi. Penso alla sanità, ai trasporti, all’assistenza agli anziani e tanto altro. E ciò ha ulteriormente ridotto la disponibilità di reddito. Non a caso siamo impegnati nel rinnovo dei contratti per chiedere i necessari adeguamenti salariali. Ma servono anche politiche mirate da parte del governo".