La cosa giusta di Donatella Pazzelli Un romanzo crudo e doloroso, una dichiarazione di sofferenza

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"La cosa giusta" della camerte Donatella Pazzelli (Edizioni Pendragon, 2020 pp. 157 15 euro) è un romanzo crudo e doloroso, attuale e crudele. La protagonista Flavia si scontra con il carico di tragedie subite, l’imprevisto e terribile suicidio della sorella gemella Livia, la morte della madre, analizza l’imperturbabile e imprevedibile materia esistenziale, insegue inevitabilmente la direzione della cosa giusta nella ricostruzione della propria personalità, accanto al fidanzato Carlo, unica ancora d’illusoria salvezza. Pazzelli descrive il compromesso drammatico degli eventi, il contrappeso devastante di un destino che non dimentica la memoria emotiva e accerchia i fantasmi dell’anima. Racconta una storia emblematica, autentica e sconveniente, mostra il dissolvimento dei comportamenti umani e delinea la spietata condanna dell’ipocrisia nei rapporti familiari. Un’umanità esteriormente impeccabile precipita sotto la rivelazione inattesa d’inganni, falsità e prepotenze. "La cosa giusta" è una profonda dichiarazione di sofferenza, un’ammissione di riscatto al femminile, una dimensione narrativa convincente e persuasiva. Comprende l’insegnamento della speranza, il coraggio di risvegliare il senso di appartenenza alla sincerità, di non arrendersi all’instabilità degli atteggiamenti esteriori. La capacità narrativa della scrittrice inabissa la voce di Flavia attraverso l’indagine affannosa di un mistero lungo vent’anni, intuisce la molestia della disonestà in contrasto con il principio e la correttezza morale, rintraccia la fragilità dei segreti, sconvolge la lusinga delle certezze e disorienta la transitorietà sensibile dei tradimenti amorosi. Come dà ragione la dedica del libro: "La verità è figlia del tempo" (Aulo Gellio).

Rita Bompadre

Centro di lettura Arturo Piatti