La Costituzione come libro sotto l’ombrellone

Mauro

Grespini

Mare e Costituzione, le due facce del 2 Giugno. Qualcuno le ha conciliate, altri hanno preferito la spiaggia ai festeggiamenti ufficiali per la Repubblica. Parlo soprattutto dei neodiciottenni che molti sindaci hanno invitato alla consegna della Carta costituzionale come gesto simbolico di benvenuto fra i maggiorenni. Senza voler generalizzare, i più hanno disertato l’appuntamento, che sarebbe potuto essere un altro importante momento di ripartenza dopo le restrizioni dettate da due anni di pandemia. Però non bisogna stupirsi, perché è il segno dei tempi. Né dobbiamo rinunciare a far innamorare i giovani dei valori che hanno portato alla nascita della nostra Repubblica. C’è bisogno di riscoprire il dettato costituzionale. Sì, studiare gli articoli e i principi fondamentali che essi tutelano. Non dico un’eresia: il libro sotto l’ombrellone sia la Costituzione! Partiamo da quelle parole per restituire dignità anche all’Italiano scritto, ormai bandito in una società dominata da immagini e tecnologia: due fattori simili ai foil che fanno volare le barche dell’America’s Cup (tanto per restare al mare). Sono le ali delle nuove generazioni, le quali corrono veloci sul pelo dell’acqua, in superficie, senza affondare lo scafo nell’azzurro delle onde, proprio per librarsi fino a oltre 50 nodi. Però la navigazione al volo ha i suoi rischi, basta poco perché il vento cambi e l’imbarcazione potrebbe facilmente ribaltarsi. Meglio allora, per la regata della vita, una chiglia che vada più in profondità, che navighi più sicura anche in acque meno calme. I nodi che contano sono le idee del costituzionalismo. Adoperiamoci tutti affinché non cessino di valere.