La costumista di Avatar sbarca al Teatro Mugellini

Mayes Rubeo ha griffato film epocali come Thor e il colossal di Cameron: "Mi è capitato di mettere a disposizione i miei tessuti per fare un buon lavoro".

La costumista di Avatar  sbarca al Teatro Mugellini

La costumista di Avatar sbarca al Teatro Mugellini

Si pensa ad Audrey Hepburn e la mente corre al film "Colazione da Tiffany" quando indossa l’iconico tubino nero o a Uma Thurman ed eccola con la tuta gialla con inserti neri in "Kill Bill": i costumisti hanno segnato la storia del cinema contribuendo a fissare nella memoria alcune proposte. Ha così un fascino particolare la proposta di oggi di Prima Scena, uno dei più importanti festival europei dedicati alla scenografia, che si chiude con l’arrivo da Hollywood di Mayes Rubeo, costumista di film capolavoro come Avatar, Apocalypto e Thor, e Marco Rubeo, Art director di produzioni come 007 Quantum of Solace e The Hateful Height di Quentin Tarantino, moglie e figlio dello scenografo Bruno Rubeo. Alle 17 di oggi al Teatro Bruno Mugellini ci sarà la conferenza in omaggio al grande scenografo Rubeo con un dialogo fra Mayes e Marco Rubeo, Claudio Orazi, Giancarlo Colis e altri prestigiosi ospiti sul tema "Le Marche, terra di scenografi". Con loro interverrà in video anche il direttore artistico Dante Ferretti. Alle 18 sarà inaugurata nella chiesa di Santa Caterina la mostra dei bozzetti scenografici di Bruno Rubeo, presentata da Mayes e Marco Rubeo e dal professor Anton Giulio Mancino.

Mayes Rubeo, quando si è resa conto che la sua strada era nel cinema come costumista?

"Da bambina giocavo con i fratelli a fare cinema, ed io ero sempre la costumista. Loro però finivano per annoiarsi perché ci mettevo troppo a preparare i costumi e vestirli".

Qual è stato in assoluto il suo primo compito in un set?

"Cucire dei bottoni sulle giacche dei soldati federali per il costumista Enrico Sabbatini, per il film Old Gringo".

Cosa fa per creare abiti che si fondano con il personaggio e con la storia?

"Cerco di renderli veri, e provo a catturare la vera essenza del carattere del personaggio".

Qual è il lavoro da fare per convincere un attore o un’attrice a indossare quel costume, a mettere quell’accessorio?

"Non è un lavoro di convincimento, ma di comprensione del personaggio".

Le è mai capitato di lavorare con budget ridotti e di non sapere come fare per arrivare alla fine delle riprese?

"Mi è capitato più volte di non avere un budget sufficiente per realizzare alcuni costumi, a volte ho dovuto mettere a disposizione dei miei tessuti per poter fare un buon lavoro".

L’Italia l’ha ispirata in alcune sue creazioni?

"Sì, certo. L’Italia è la mia seconda patria ed ho vissuto qui tutta la mia vita adulta. Sono arrivata ventunenne in Italia appena sposata con Bruno".

Apocalypto, Avatar, Dragonball, John Carter: le crea ansia lavorare per film da cui si attende il successo anche per i consistenti investimenti?

"Non mi crea ansia lavorare ad un film con un budget importante, in assoluto, ho un’idea molto chiara di come gestire un reparto. Quello che mi crea molto disagio è la politica dell’industria cinematografica".

Lorenzo Monachesi