"La droga del web: generazione da salvare"

Andrea Cangini a "Macerata Racconta" col vescovo Marconi, nel libro gli effetti sui giovani dell’abuso di smartphone e videogiochi

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di Lorenzo Monachesi

È un grido di allarme quello lanciato da Andrea Cangini nel libro "Coca Web" (Minerva). Oggi il senatore di Forza Italia, giornalista, già direttore di Qn-Il Resto del Carlino, sarà ospite del festival letterario Macerata Racconta. L’appuntamento è alle 18.30 al teatro della Filarmonica con l’introduzione del vescovo Nazzareno Marconi e di Alessandro Caporaletti, capocronista della redazione del Carlino. La ricerca indaga il fenomeno di digitale e social, videogiochi, chat e simili, interrogandosi sugli effetti derivanti dall’uso eccessivo. Tra questi, l’aumento di ansia, stress, depressione, disturbi alimentari, autolesionismo. L’indagine attraversa testi di Manfred Spitzer, Lamberto Maffei, Alessandra Venturelli, Raffaele Mantegazza, Mariangela Treglia, Pier Cesare Rivoltella, Andrea Marino, Angela Biscaldi, Paolo Moderato e Annunziata Ciardi. Cangini, che cosa l’ha spinta a indagare sulle conseguenze dell’abuso di smartphone, videogiochi e tablet?

"Tre cose. L’osservazione dei miei figli: il maschio, oggi quindicenne, aveva una passione per i videogiochi. Poi la lettura dell’inchiesta del New York Times del 2011, per verificare le regole dei figli dei top manager alla guida dei colossi del web, e l’opinione dei pentiti del web". Immagino che un ragazzo possa essere assorbito dal videogioco, invece che cosa ha rivelato l’indagine del quotidiano statunitense?

"Dico soltanto che la maggior parte dei dirigenti dei colossi web manda i figli in scuole dove non c’è niente di elettronico". Qual è stata la scoperta più sconvolgente?

"Il libro mette insieme la parte più significativa delle audizioni promosse in Senato per indagare sul fenomeno attraverso l’opinione di antropologi, pedagogisti, psicologi, psichiatri, grafologi e di altre figure. La rappresentazione è drammatica e tutti si sono detti preoccupati da danni derivanti dall’abuso del web". Quali sono le conseguenze dall’abuso della rete?

"Si presentano negli adolescenti difficoltà di ordine psicologico come bulimia, anoressia, depressione, stress, isolamento sociale, difficoltà nel processo di apprendimento, perdita della memoria e della capacità di concentrazione. Si pensi, ad esempio, che gli adolescenti non riescono a seguire una partita di calcio, cioè qualcosa che piace, dall’inizio alla fine, giudicando insopportabili i tempi lenti dello sport e guardano solo le scene clou racchiuse in pochi minuti". Nel proverbio "il troppo stroppia" c’è anche una possibile ricetta, ma cosa è necessario per passare tra il dire e il fare?

"Lo smartphone è costantemente a disposizione e il giovane, come è stato spiegato dagli psicologi, lo vede come appendice di sé. Chiedere di non usarlo provoca reazioni disperate, perché è come amputare un arto, quindi qualcosa di essenziale". In un certo senso è come una droga.

"Il titolo del libro è una sintesi del fenomeno e nasce anche dal fatto che l’uso di questi strumenti è gradevole in quanto favorisce il rilascio di un neurotrasmettitore del piacere. Pure per questa ragione è difficile staccare i giovani da tali dispositivi". Che cosa l’ha colpita durante le presentazioni del libro?

"L’enorme interesse. La sensazione è che sia i genitori che gli insegnanti, ai quali mi rivolgo, abbiano capito l’esistenza di questo problema, che è obiettivamente grande e poi difficile".

Quale idea si è fatto leggendo i tanti appuntamenti del cartellone di Macerata Racconta".

"Lo trovo molto interessante e pluralista. Ho letto dei nomi di vario orientamento e si tratta di differenti argomenti: la trovo un’ottima iniziativa perché non è unidirezionale. La cultura si fonda sul confronto, cioè sulla verifica continua di ogni idea".