La formazione vera emergenza nazionale

Alessandro

Feliziani

Giorni fa l’attrice Micaela Ramazzotti ha confessato un suo grande dispiacere: aver

studiato poco e male. Un cruccio oggi comune a molti quarantenni e cinquantenni,

che, solo una volta diventati adulti affermati, riconoscono di aver sottovalutato da

ragazzi l’importanza della formazione scolastica di base. Questo capita anche a

coloro che arrivano a conseguire la laurea o che sono addirittura plurilaureati, come nel caso di un ex ministro, che alcuni anni fa, nel dichiarare la professione, ha scritto due volte di seguito “iNpiegato” anziché impiegato. Un esempio di quelle lacune, non colmate a tempo debito, che portano a compiere errori con un automatismo difficile

da correggere.

Se poi analizziamo i report dell’istituto per la valutazione del sistema educativo,

secondo cui quasi la metà dei ragazzi di terza media ha una preparazione insufficiente

in italiano e matematica e solo un terzo riesce a comprendere appieno la lettura di un

testo scritto, ecco che la scuola può essere considerata una vera emergenza nazionale.

Un’emergenza forse poco avvertita, poiché non collegata a fattori contingenti che

colpiscono tutti, ma che ormai richiede un serio intervento, anche di tipo legislativo,

prima che sia troppo tardi. È nella scuola, infatti, che si costruisce il futuro dei singoli

e della società. La scuola è una priorità di tutti: di chi la frequenta oggi e di chi la

dovrà frequentare un domani.

Anche per questo ha suscitato scalpore la notizia – il Carlino ne ha riferito ampiamente – della raccolta di firme di alcuni genitori di San Severino, che chiedono ai docenti della scuola Tacchi-Venturi di ridurre i compiti a casa e di non assegnarli per il lunedì.

Non va dimenticato che i compiti da svolgere a casa, oltre a far consolidare le nozioni, servono – specie se richiedono sacrifici – a far accrescere nei ragazzi il senso del dovere e a formare cittadini responsabili, evitando loro di avere un giorno lo stesso rimpianto di Micaela Ramazzotti.