La giungla degli appalti al ribasso Servono controlli più stringenti

Dal rischio di ritardi e di scarsa sicurezza a fenomeni di sfruttamento lavorativo

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di Maria Luisa Mecozzi

Gli appalti pubblici rappresentano un’importante risorsa per il Paese ed è necessario che garantiscano il rispetto delle regole della concorrenza, così come una generale attenzione alla celerità. Quest’ultima riveste un ruolo cruciale, se si pensa al tema della ricostruzione post sisma, in cui la velocità di affidamento dei lavori serve a evitare l’ulteriore deperimento dei luoghi e il loro eventuale spopolamento. Grazie all’istituzione del commissario straordinario per la ricostruzione e al potere conferitogli di emanare delle ordinanze straordinarie in deroga, alcune procedure di appalto e subappalto sono state ulteriormente snellite e semplificate. Tali ordinanze hanno inciso sulla procedura di affidamento diretto, che è ammessa anche oltre le soglie di valore previste dal codice degli appalti e sulla base di un progetto preliminare, contraendo i tempi di gara. Inoltre, nella scelta dell’operatore economico, si predilige il criterio del massimo ribasso, per cui l’unico elemento di valutazione è il prezzo. Secondo le direttive europee del 2014, che hanno disciplinato da ultimo il settore degli appalti pubblici, tale criterio dovrebbe essere utilizzato soltanto negli appalti a oggetto standardizzato e non in quelli che richiedono un apporto progettuale. In caso contrario, si rischia il verificarsi di quella che, sul piano economico, si definisce la "legge di Gresham", secondo cui l’immissione sul mercato di "moneta cattiva scaccia quella buona". Infatti, l’eccessivo ribasso rispetto al prezzo fissato alla base di gara da parte dell’operatore economico che vi partecipa, scoraggia le altre imprese alla relativa partecipazione, poiché conduce all’assegnazione dell’appalto a operatori economici che praticano prezzi difficilmente sostenibili in sede di realizzazione dell’opera (su questi temi rinvio al saggio del prof. Stefano Villamena pubblicato nella Rivista giuridica dell’edilizia del 2017). Potrebbero, poi, verificarsi fenomeni di sfruttamento lavorativo, senza la sottoscrizione di regolari contratti di assunzione e senza il rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro, nonché rilevanti danni alla concorrenza, come dimostrato dall’aumento del numero dei bandi a offerta unica (piattaforma online Tenders Electronic Daily). In conclusione, sarebbe auspicabile una modifica legislativa, che regolamenti maggiormente la fase di esecuzione, prevedendo controlli più stringenti e una più rigida osservanza delle regole previste dal codice degli appalti, in merito alla procedura di verifica dell’anomalia dell’offerta.