"L’ultimo futurista", così viene definito il maestro Silvio Craia, scultore e pittore classe 1937, che con le sue opere ha saputo trasformare la provincia di Macerata in un centro artistico internazionale. Una vita passata alla sperimentazione di materiali, colori e forme, sempre concentrata sul "da fare" più che sul "già fatto", in cui ha collaborato con i più grandi artisti della sua epoca come Dante Ferretti e Giorgio Cegna. La nuova tappa del viaggio nell’arte degli ultimi 70 anni sarà nella sua città natale, Corridonia, dove domani, in piazzale della Vittoria alle 16 verrà inaugurata "Così", la personale mostra antologica arricchita da una scultura in plexiglass alta quasi tre metri, da lui donata alla città.
Maestro, il suo sarà un regalo alla comunità, ma da dove parte l’idea?
"Il desiderio è esporre le mie opere dove tutti possano vederle, dico sempre che bisogna lasciare ai posteri un segno, soprattutto nella comunità che mi ha accolto. La mia famiglia, di origine albanese, arrivò nell’allora Montolmo nel 1602 ed i miei avi sono stati sempre attivi nell’artigianato e nella lavorazione del legno, tant’è che aprirono la prima fabbrica di mobili a Corridonia. Io da piccolo pensavo di fare l’elettricista, fu mia madre ad indirizzarmi verso l’arte".
Darà il via al progetto di riqualificazione urbana di Corridonia tramite delle opere di arte contemporanea, sente una certa responsabilità?
"Ad inizio degli anni ’60 già provammo con il premio Lanzi a intraprendere questa strada con l’istallazione di statue in bronzo e ferro ai giardini centrali. Oggi con il plexiglass, un materiale contemporaneo che non si consuma, daremo seguito a quel percorso. Anche a Macerata con il progetto "Le Pinturette", abbiamo creato un percorso espositivo insieme a diversi artisti, dove sono state istallate 15 sculture nella città".
Perchè il titolo "Così"?
"Mi sono confrontato il critico d’arte David Miliozzi, e abbiamo pensato che le grandi opere nascono con semplicità, appunto "Così". La mostra, con quadri che vanno dal ’52 ad oggi, inizia simbolicamente con le due porte cittadine Molino e San Donato che introducono il pubblico nel mio universo poetico e artistico, passando per idrologie, ceramiche le oroscopie, tra cui quella di Duchamp, con cui a Reggio Emilia ho esposto insieme a Fontana, Pollock, Burri, ed altri illustri artisti".
Quali altri progetti ha in cantiere?
"So che a Corridonia si vorrebbe creare un museo dell’arte del ‘900, mi auguro che questo sia un primo passo".
Diego Pierluigi