ASTERIO TUBALDI
Cronaca

La multa annullata finisce in Corte dei conti

Le sanzioni per le querce abbattute prescritte: il Comune rischia un procedimento per danno erariale. Il caso in consiglio comunale

Il consigliere comunale di opposizione Stefano Miccini

Il consigliere comunale di opposizione Stefano Miccini

A Recanati la tutela dell’ambiente passa (o meglio, non passa) attraverso le scartoffie dimenticate nei cassetti del Comune. Un caso paradossale che ha dell’incredibile: dopo anni di attesa, una multa salata per il taglio abusivo di piante protette sfuma nel nulla per la negligenza dell’amministrazione. Nel novembre del 2018, i carabinieri forestali avevano accertato un illecito ambientale: D. P. e la sua azienda avevano abbattuto due querce e tagliato rami di altre piante anch’esse protette, senza alcuna autorizzazione. Un danno non solo ambientale, ma anche legale, visto che i carabinieri avevano immediatamente contestato le giustificazioni fornite dagli avvocati del trasgressore e confermato la sanzione di 8.766 euro. Ma ecco il colpo di scena. A maggio del 2024 i carabinieri forestali di Recanati hanno chiesto all’ufficio tecnico che fine avessero fatto i provvedimenti assunti a suo tempo. Solo nel dicembre 2024 il personale del Comune si è accorto della questione e ha riattivato l’iter sanzionatorio, contro il quale i trasgressori hanno fatto ricorso davanti il giudice di pace di Macerata. Peccato che ormai i termini fossero scaduti e la sanzione, seppur ridotta, fosse diventata inapplicabile.

A rendere ancora più grottesca la vicenda c’è un dettaglio sconcertante: anche la formulazione dei verbali, e quindi della sanzione, erano sbagliati poiché la normativa prevede che per la medesima violazione non possano essere emesse più ordinanze-ingiunzioni. Risultato? Anche se i termini non fossero scaduti, l’importo sarebbe stato comunque da ricalcolare.

L’amministrazione comunale, ora, rischia anche una indagine della Corte dei conti perché, come ha spiegato in consiglio l’assessore Maurizio Paoletti rispondendo su questo caso al consigliere di minoranza Stefano Miccini, le sentenze del giudice di pace saranno per legge trasmesse alla procura della Corte dei conti, a cui è demandata la valutazione circa l’eventuale sussistenza di responsabilità erariali. Miccini, nella sua interrogazione, evidenza anche una enorme ingiustizia nel comportamento del Comune: ha ricordato che due anni fa gli agricoltori della zona di Chiarino sono stati colpiti da multe per infrazioni ben più lievi: furono 5 sanzioni da 100 euro ciascuna, elevate dai carabinieri forestali per non aver rispettato per qualche centimetro la cosiddetta "capezzagna", la fascia di rispetto tra il ciglio della strada e il terreno arato.

Un paradosso tutto italiano: chi abbatte illegalmente piante secolari se la cava grazie ai ritardi della burocrazia, mentre chi coltiva la terra si ritrova a pagare multe per pochi centimetri di errore.

Asterio Tubaldi