CHIARA MARINELLI
Cronaca

La piccola Cameyi senza giustizia. Decimo slittamento dell’udienza

I resti della 15enne furono ritrovati in un pozzo. Imputato un 34enne all’epoca fidanzato della ragazzina

Il ritrovamento delle ossa Cameyi Mosammet La ragazzina era scomparsa la mattina del 29 maggio del 2010

Il ritrovamento delle ossa Cameyi Mosammet La ragazzina era scomparsa la mattina del 29 maggio del 2010

Cameyi ancora senza giustizia. È slittata per la decima volta consecutiva l’udienza preliminare del processo per l’omicidio della 15enne Cameyi Mosammet, i cui resti erano stati ritrovati in un pozzo nelle vicinanze dell’Hotel House di Porto Recanati nel 2018, nelle vicinanze di un casolare abbandonato. Ieri l’ennesima udienza preliminare del processo, che vede imputato Kazi Monir, oggi 34 anni, all’epoca dei fatti fidanzato della quindicenne bengalese, è stata rinviata dal giudice Giovanni Manzoni. Questa volta al 5 novembre. Ancora una volta la burocrazia ha fermato il processo per la povera ragazzina, come avviene dal 7 luglio 2021. Ancora un difetto di notifica dell’avviso di udienza preliminare all’imputato, che da diversi anni ha lasciato l’Italia e si trova in Bangladesh. "Si procederà ad una nuova notifica – ha detto l’avvocato Marco Vannini, che assiste l’associazione Penelope Marche, che sostiene le famiglie delle persone scomparse e si è costituita parte civile, insieme ai familiari della ragazzina, la mamma e i tre fratelli, assistiti dall’avvocato Luca Sartini – perché le autorità hanno risposto a febbraio che l’ultima volta l’imputato non è stato trovato. Le ultime notizie dicono che risiede in un villaggio. È difficile rintracciarlo. Non esiste una anagrafe così come la abbiamo in Italia e non c’è obbligo di collaborazione con le autorità. L’ultima notizia che abbiamo avuto dalle autorità consolari era che non è reperibile. Ci potrebbe essere il rischio che il processo si fermi e venga riaperto quando l’imputato viene rintracciato". Cameyi era scomparsa da Ancona, dove viveva con la sua famiglia, la mattina del 29 maggio del 2010. Sebbene le telecamere l’avessero filmata alla stazione di Porto Recanati con il fidanzato, e il suo cellulare avesse agganciato la cella dell’Hotel House, dove viveva lui, la ragazzina non fu mai ritrovata e di lei per anni non ci furono notizie, nonostante gli appelli dei familiari. Poi nel maggio del 2018, otto anni dopo la scomparsa, il ritrovamento dei suoi resti in un terreno e in un pozzo nelle vicinanze dell’Hotel House, condominio dove viveva all’epoca Kazi Monir, il suo fidanzato, che a quel punto è stato accusato dell’omicidio della giovane, per motivi di gelosia. Sul suo fidanzato, fin da subito, c’erano stati dei sospetti, che però non si sono concretizzati fino al ritrovamento del corpo. Monir è difeso dall’avvocato Marco Zallocco.