La protesta dei cacciatori: "No all’apertura anticipata, ora la Regione ci ascolti"

Bocciato il calendario venatorio, con l’avvio fissato per mercoledì prossimo "In questo periodo è caldo e i boschi sono ancora frequentati da altri soggetti".

La protesta dei cacciatori: "No all’apertura anticipata, ora la Regione ci ascolti"

Un cacciatore prende la mira: gli appassionati contestano le scelte della Regione Marche sul calendario venatorio

"I cacciatori di cinghiale della provincia di Macerata non condividono e non accettano l’apertura anticipata della caccia al cinghiale fissata al 2 ottobre, decisa arbitrariamente e senza il riguardo per alcun criterio gestionale o tecnico venatorio". L’associazione ha dato mandato all’avvocato Paolo Cecchetti di segnalare il problema, d’accordo con i rappresentanti delle altre province, in particolare Ascoli e Fermo. La contrarietà all’apertura anticipata è dovuta "alla sovrapposizione con l’esercizio di altre forme di caccia, a ragioni connesse al territorio, alla vegetazione ancora fitta e alla frequentazione ancora assidua dei boschi da parte di altri soggetti, e non da ultimo per ragioni sanitarie legate alle temperature elevate del periodo e alla salubrità delle carni degli animali abbattuti". "Il tutto porterebbe peraltro al conseguimento di scarsi risultati", in presenza di condizioni non favorevoli. "Per tali motivi i cacciatori sia dell’Atc Macerata 1 che dell’Atc Macerata 2 come forma di protesta dichiarano che non procederanno al ritiro del materiale per esercitare la caccia al cinghiale in forma collettiva in vista della prossima apertura del 2 ottobre – affermano tramite il legale – provvedendo solo successivamente a tale data e avviando la caccia al cinghiale solo nelle ultime settimane di ottobre. Chiediamo che la Regione e le istituzioni tengano in debita considerazione le esigenze delle squadre di caccia al cinghiale in forma collettiva. Insieme alle associazioni di caccia al cinghiale delle altre provincie delle Marche proporremo delle proposte di modifica al regolamento. Sono infatti emerse problematiche relative all’eccessiva onerosità delle quote di iscrizione presso gli Ambiti territoriali di caccia, delle somme per lo smaltimento delle pelli e dei rifiuti, e del costo delle visite nei servizi veterinari dell’Ast sugli animali abbattuti". L’associazione segnala poi "la disparità di trattamento tra i cacciatori di cinghiale in forma collettiva e gli operatori che esercitano la caccia di selezione e il controllo anche in forma individuale, che godono di esenzioni e di sconti, pur se i risultati in termini numerici di abbattimento non sono neppure minimamente paragonabile ai ben più consistenti risultati conseguiti dalle squadre di caccia nelle forme della girata e della braccata". I cacciatori chiedono quindi la convocazione di un tavolo di confronto con le istituzioni regionali, i rappresentanti degli Atc e delle associazioni venatorie.