La rabbia dei familiari all’obitorio "Non l’hanno aiutato perché nero"

La disperazione della vedova: lacrime e grida di dolore dopo aver visto il marito per l’ultima volta. Il cognato del nigeriano rilancia lo slogan delle battaglie antirazziste: "Black lives matter, vogliamo giustizia"

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di Paola Pagnanelli

Charity urla dal dolore, davanti all’obitorio di Civitanova, dopo aver visto per l’ultima volta il corpo del marito, il 39enne nigeriano Alika Ogorchukwu. "Justice for black people. Black lives matter", dice di fianco a lei il cognato Eddy, che torna ad accusare il razzismo per il delitto feroce di corso Umberto I. Filippo Ferlazzo, il salernitano arrestato per aver ucciso l’ambulante che aveva chiesto l’elemosina alla sua compagna, ha escluso di aver agito per motivi di odio razziale, lo ha ribadito più volte: "Non so perché l’ho fatto, ma il colore della pelle non c’entra". Ma la comunità nigeriana non la vede così.

Ieri mattina all’obitorio, dove era in corso l’autopsia disposta dalla procura, la vedova del 39enne è arrivata accompagnata dai familiari, dall’avvocato Francesco Mantella e dal medico legale Francesca Tombesi, incaricata di seguire l’esame per conto della parte offesa. La vedova ha potuto così guardare ancora la salma del defunto prima degli accertamenti. Ma per lei è stato come ricevere un’altra coltellata al cuore. "Giustizia per le persone di colore – ha ripetuto il cognato Eddy, rispondendo in inglese –. Quello che è successo per troppe volte non si deve ripetere. Avete visto anche voi il video, ci sono persone che filmano con i telefonini mentre una persona viene aggredita. Se fossero stati due bianchi, qualcuno li avrebbe fermati. Ma uno era di colore, il bianco era sopra e il nero era sotto, e nessuno ha fatto niente. Se io avessi visto due bianchi combattere, li avrei fermati. Per un nero non hanno fatto nulla. Black lives matter, le vite dei neri contano".

"Le scuse non sono sufficienti – ha commentato l’avvocato Mantella – per ridare a una famiglia quello che ha perso. La famiglia non può cancellare questa sofferenza. Nessuno chiede vendetta, ma giustizia. Sono tutti molto rispettosi e credenti, ma si aspettano che la legge proceda. Forse si poteva fare di più per Ferlazzo, per evitare che si arrivasse a questo". Quanto alla vittima, l’avvocato ne ha ricordato il carattere: "Aveva avuto un risarcimento di 40mila euro, perché a maggio dell’anno scorso un automobilista lo aveva investito con la bici, ferendolo alla gamba. A maggio prossimo inizierà il processo. Lui però aveva sempre continuato a fare quello che considerava il suo lavoro: ogni mattina saliva in treno e andava a Civitanova per vendere la sua merce. Era la sua vita". La famiglia ora aspetta che arrivi dalla Nigeria un fratello maggiore di Alika Ogorchukwu, per decidere quando e dove fare il funerale. Alla cerimonia ha annunciato la sua partecipazione anche il segretario del Pd Enrico Letta: "Io ci sarò, perché l’assassinio di Alika è stato un momento drammatico nella vita del paese".