Ha suscitato molto scalpore in città quello che è accaduto giovedì mattina con l’auto dei carabinieri che a sirene spiegate si è fermata davanti al Liceo scientifico di Recanati, in via Aldo Moro, arrestando, dopo averlo immobilizzato a terra, un giovane che insieme alla madre aveva provato a riportare a casa, contro la sua volontà, la sorella minorenne che era scappata il giorno prima e si era rifugiata all’interno della scuola. "Una situazione difficile, a dir poco, quella che si è verificata davanti al nostro Liceo – commenta il sindaco Bravi – che poteva trasformarsi in tragedia se non ci fosse stato l’intervento immediato e collaborativo tra la scuola, l’ufficio Servizi sociali del nostro Comune e le Forze dell’ordine, nonché dell’ufficio Servizi Sociali del Comune di residenza della minore interessata. La ricostruzione dei fatti è ormai nota e il pericolo di atti di violenza ulteriore appare al momento evitato", rassicura il primo cittadino ricordando che la minorenne ora si trova in una struttura protetta e che i servizi sociali proveranno a rimettere ordine nei rapporti fra lei e la sua famiglia di origine. "Restano sicuramente – continua il sindaco – lo sconcerto e le reazioni emotive sui ragazzi e le ragazze che, senza comprendere quanto si stava verificando sotto i loro sguardi, hanno assistito a una situazione concitata. Desideriamo ringraziare tutte le persone che hanno permesso di mettere in sicurezza la giovane: le amiche, la scuola, le assistenti sociali, le forze dell’ordine, che sicuramente hanno saputo contenere entro i limiti una situazione che poteva facilmente degenerare. La collaborazione, costruita nel tempo nella reciprocità, si rivela fondamentale ancora una volta come arma per la soluzione di complesse problematiche sociali".
L’opinione pubblica, comunque, si divide su quanto accaduto. Una parte, intuendo forse l’esistenza di difficili rapporti familiari nati da incomprensioni o da imposizioni derivanti da una cultura diversa, prende le difese della minorenne e di chi l’ha momentaneamente sottratta alla famiglia per affidarla ad una struttura protetta. Dall’altra parte, però, non apparendo chiari tutti i contorni della vicenda, che naturalmente non sono stati neppure sfiorati dal sindaco Bravi, ci si domanda se non ci sia stato uno sconfinamento nella vita privata di questa famiglia tunisina e un’interferenza eccessiva sul tipo di educazione adottata da genitori alle prese con una minorenne adolescente.