La risposta dei presidi "Dipendenze e isolamento, ascoltiamo i nostri alunni"

Gattari: "Alcol e droga, le fragilità si manifestano con comportamenti sopra le righe". Emiliozzi: "Progetto per contrastare i disturbi legati all’uso di computer e telefonini".

La risposta dei presidi  "Dipendenze e isolamento,  ascoltiamo i nostri alunni"

La risposta dei presidi "Dipendenze e isolamento, ascoltiamo i nostri alunni"

"La fragilità è un fenomeno diffuso, in particolare nelle prime e seconde classi, i più giovani. E si manifesta attraverso comportamenti sopra le righe, dipendenze tecnologiche, uso di stupefacenti e abuso di alcol, situazioni di isolamento e difficoltà relazionali". Alessandra Gattari, dirigente dell’Ite Gentili di Macerata non ci gira intorno: il problema c’è. L’istituto, però, fa la sua parte sia con il Cic (Centro informazione e consulenza), sia con progetti mirati che vedono in campo personale esperto, e anche con il ricorso a soggetti esterni. "Il ricorso allo sportello di ascolto non è così frequente – prosegue la Gattari –, soprattutto perché i ragazzi e le ragazze provano vergogna, pensano che rivolgersi a un psicologo sia disdicevole. L’intervento in classe dello psicologo, invece, li fa sentire più a loro agio, si "liberano" più facilmente: ed è in queste occasioni che vengono alla luce situazioni insospettabili. È anche capitato che qualcuno abbia lasciato in cattedra, in modo tale che l’insegnante lo vedesse e lo raccogliesse, un biglietto con richieste di aiuto: indiscutibile spia di un forte disagio". Rita Emiliozzi, dirigente dell’Iis Ricci evidenza come gli studenti dopo il Covid siano più fragili, "ma lo erano già prima". "Non a caso abbiamo attivato iniziative come Digital Mind, proprio per individuare e contrastare i disturbi post pandemia legati all’uso di Pc e telefonini. È una delle iniziative che affiancano il Cic". I problemi riguardano il senso di inadeguatezza, la bassa autostima, difficoltà relazionali che si traducono anche in atti di autolesionismo o nel ritiro sociale. Insieme a questo ci sono anche gli allievi Bes (Bisogni educativi speciali) o Dsa (Disturbi specifici dell’apprendimento). "Ma affrontiamo le diverse situazioni una a una, qualsiasi sia il disagio, seguiamo i ragazzi, in base alla loro condizione con psicologici, psichiatri e qualsiasi altra figura necessaria. In questo istituto c’è un’apposita commissione, di cui è referente la professoressa Patrizia Belletti, che ogni settimana dedica ore e ore a queste problematiche, in una logica di ascolto attivo. Nel mio ufficio quotidianamente ascoltiamo i ragazzi, dalle situazioni più banali, a quelle più complesse". "In generale quello della fragilità non è un fenomeno così presente, ma è vero che i ragazzi soffrono delle conseguenze della pandemia e hanno bisogno di stare insieme. Un certo disagio c’è, e si esprime in diverse forme, qualche volta più serie come casi di anoressia e condizioni di isolamento", afferma Roberta Caimpechini, dirigente del liceo scientifico Galilei. "Abbiamo il servizio Cic in collaborazione con l’Ast, ma abbiamo anche avuto finanziamenti per attivare progetti specifici, come quello dello psicologo in classe. Grazie al buon rapporto che gli studenti hanno con me e con i docenti, quando si aprono riusciamo a cogliere le difficoltà e, di concerto con le famiglie, li aiutiamo a superare situazioni difficili".

f. v.