
Oltre mille chilometri a piedi, da Santa Maria di Leuca a Milano, alla scoperta delle bellezze del Paese e, perché no, anche di se stessi e dei propri limiti. Protagonisti: due ventenni, diventati grandi amici in poco tempo frequentando Scienze Motorie all’università di Perugia. Davide Mengoni di Tolentino e Nico Ralli di Arezzo, che hanno dato vita a una sorta di diario di bordo su TikTok e su Instagram sotto il nome di "Tipi_atipici", sono partiti all’arrembaggio per questa avventura lo scorso 3 settembre dal tacco dello stivale. Un inizio caratterizzato da qualche imprevisto, che però non li ha fatti desistere. "Pensavamo dovessimo smettere per una brutta infiammazione al tendine – racconta il tolentinate (ormai al terzo anno di università, dopo gli studi all’Itis di San Severino) –, che mi ha colpito nella prima fase. E invece mi sono ripreso presto e siamo ripartiti". Poi c’è stato un breve stop per cause di forza maggiore, ovvero la festa per le nozze d’oro dei nonni di Davide, Giuseppe e Manuela (anche loro tolentinati) a Torre di Palme (Fermo). E i due amici on the road non sono potuti mancare all’appuntamento. Ma dopo il viaggio è ripreso, e oggi, tappa dopo tappa, sono a Foggia. A un terzo del cammino. Dovrebbero arrivare a Milano per fine ottobre – salvo nuovi imprevisti –, attraversando Molise, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna fino alla Lombardia. La tabella di marcia indica l’arrivo a Pescara il 6 ottobre, qualche giorno dopo saranno a San Benedetto e a Civitanova. "Finora abbiamo percorso circa 300 chilometri", spiega Davide.
Com’è nata l’idea?
"È cominciata come una sfida goliardica di Nico, che mi ha proposto di fare a piedi Perugia-Milano. Io allora ho rilanciato: "Se dobbiamo fare uno sforzo, facciamolo per bene: partiamo dalla fine". Poi è subentrata la voglia di fare qualcosa all’aria aperta, alla scoperta di posti nuovi, di paesaggi e luoghi mai visti (come ad esempio per ora l’entroterra pugliese). Un’esperienza di crescita, lontani da casa un paio di mesi".
Cosa avete portato nello zaino?
"L’essenziale: un materassino gonfiabile, sacco a pelo, ciabatte, due cambi per indumenti, prodotti per l’igiene, torcia e gilet catarifrangente. Lo zaino deve pesare il meno possibile".
Quali sono le "regole"?
"Il budget giornaliero per mangiare è 10 euro a testa; di solito facciamo un bel "pranzo" abbondante di pomeriggio. Vogliamo affrontare questa esperienza con leggerezza, mettendoci allo stesso tempo alla prova per scoprire noi stessi, staccare dalle quotidianità, fare una cosa diversa".
E dove dormite?
"I primi giorni soprattutto sotto alle stelle, nel sacco a pelo, tra caldo e zanzare. Il problema principale era la doccia. Poi via via si è sparsa la voce che stavamo attraversando a piedi la Puglia e gli abitanti, tramite social, giornali e passaparola, hanno iniziato a darci ospitalità. In ogni tappa, di solito, ci rivolgiamo a Pro Loco e parrocchie per capire come muoverci e dove dormire, ma ci stanno arrivando anche messaggi di persone che annunciano di aspettarci alla tappa successiva e offrirci la colazione".
Il vostro è anche un viaggio fatto di incontri, storie e volti…
"Sì. Ogni giorno. Ad esempio ci è rimasto impresso don Giuseppe, parroco di Turi: senza conoscerci, vedendo che avevo il tendine infiammato, ci ha pagato un b&b per tre giorni e ci è rimasto vicino come un padre. Non è scontato ricevere tanta ospitalità. E anche questo rende l’esperienza bella e unica".