
di Giancarlo Falcioni
"Perché metà mandato? Sono passati due anni e mezzo, e io ne farò dieci da sindaco: il traguardo di metà mandato non è ancora arrivato. Non voglio solo posare prime pietre, voglio anche tagliare nastri". Sandro Parcaroli risponde così al Carlino, che gli chiede di tracciare un bilancio di metà mandato. Un chiaro avviso ai naviganti, in particolare a chi nel centrodestra scalpita e coltiva ambizioni in vista delle elezioni del 2025.
Sindaco, qual è la cosa di cui va più orgoglioso di questi due anni e mezzo? Cosa, invece, avrebbe voluto fare senza esserci ancora riuscito?
"Per fare le cose ci vuole tempo. Prendiamo l’ospedale: quando nell’estate del 2020 andai a vedere il terreno su cui sorgerà, c’era solo un campo di girasoli. Ora invece avremo entro giugno il bando regionale, poi il progetto e la gara d’appalto. Dalla Regione ho avuto la certezza che i soldi ci sono. Quindi, avanti tutta con il nuovo ospedale, anche perché quello vecchio mi serve per altre cose".
Per cosa?
"Lì vicino c’è l’Ircr con la sua casa di riposo, una chicca della nostra città: il 4 maggio ci sarà la riunione con il nuovo presidente Rocco Gravina, poi faremo il bando per il nuovo direttore. Dopodiché, destra e sinistra insieme, dovremo programmare l’Ircr di domani. A Trieste, la società che gestisce la casa di riposo ha preso un’ala del vecchio ospedale per ospitare gli anziani. Anche da noi serve una struttura non solo per i non autosufficienti, ma anche per chi si trova a vivere da solo o ha bisogno di qualche aiuto. Qui la popolazione è sempre più anziana: dobbiamo pensare a offrire loro dei servizi. Se sogno una cosa, poi la realizzo. Però serve del tempo. Basti pensare al sottopasso di via Roma, che ormai è cosa fatta. Sto lavorando al centro fiere di Villa Potenza: serve un gestore che lo faccia funzionare, altrimenti sarebbe una cattedrale nel deserto. Abbiamo ottenuto i fondi per una nuova viabilità che permetterà di andare da Sforzacosta a Villa Potenza in cinque minuti. Poi sto pensando a una bretella che colleghi i vigili del fuoco al sottopasso di via Roma: si tratta di 700800 metri, devo trovare 45 milioni".
Se lo aspettava così il lavoro da sindaco? È più impegnato adesso o quando dirigeva la sua azienda?
"Come prima mi alzo alle 6 e lavoro fino alle 9 di sera, anche il sabato e la domenica. Ma in azienda era diverso, decidevo io. Qui invece c’è di mezzo la politica ed è anche bello. Io chiamo Acquaroli e lui mi risponde, questa mattina ho già sentito Castelli. Riesco a unire Macerata con i territori, con Ancona e con Roma. La verità è che dovrei camminare di più e stare meno dietro alla scrivania".
Spesso è costretto a stare dietro alle bizze dei suoi.
"Certe vicende sono delle sciocchezze, niente di solido. Mi chiedono il rimpasto, ma quale rimpasto?! Io mica faccio le tagliatelle".
Sembra che i problemi le arrivino più dalla maggioranza che dall’opposizione.
"Lo so, ma non è così. Il fatto è che bisogna spiegarsi e dialogare prima di far uscire le polemiche sui giornali".
Nel centrodestra sono iniziate le manovre in vista del 2025. C’è chi ambisce a sostituirla.
"La mia storia politica è nata nel dicembre 2019, quando un gruppo di imprenditori mi chiese di andare in Regione. Poi c’è stato il Covid, c’era necessità di unire il centrodestra per le comunali e hanno trovato me. Se reputano che non sono necessario, mi tiro indietro senza problemi: non devo fare carriera politica, forse qualcun altro sì. Se mi alzo, so dove andare. Altri fanno politica da una vita. Io mi sono avvicinato per fare le cose e per fortuna ci sono tanti soldi a disposizione per farle davvero".
Tanti soldi che arrivano dall’Europa sembrano destinati a progetti non essenziali. Non è uno spreco di risorse?
"I soldi arrivano a determinati settori e se non li metti lì non li puoi usare".
Si farà la famosa pista da sci in sintetico a Fontescodella?
"La pista da sci è una sciocchezza, non si fa, è in stand by. Che butto via i soldi?! La parte più consistente di quel progetto riguarda le case popolari in via Valerio. In questi mesi i costi sono aumentati: se abbiamo 20 milioni, dobbiamo vedere cosa riusciamo a farci. E se dovremo escludere qualcosa, toglieremo quello che è meno necessario".
Ora c’è da mettere mano all’Apm. Giorgio Piergiacomi resterà con un altro ruolo?
"Piergiacomi scade ed entro la fine di maggio devo sistemare la situazione. Servono persone capaci. L’azienda va bene sul fronte acqua e parcheggi, mentre sulle farmacie si potrebbe fare qualcosa di meglio. C’è invece il problema dei trasporti: sono un servizio alla cittadinanza, quindi ci può stare che si rimettano dei soldi. Però dobbiamo minimizzare le perdite".
Lei è stato molto criticato anche per lo stallo sulla discarica. Quando sarà individuato il nuovo sito?
"La discarica di Cingoli è stata aperta nel 2014: si doveva prevedere subito quella nuova, ma non è stato fatto. Io mi sono ritrovato con settanta siti possibili, poi la Regione ne ha aggiunti altri 14. Nessun sindaco ufficialmente vuole la discarica, anche se sotto sotto spera di averla perché porta soldi. Ho chiesto di avere dieci siti, meglio se cinque, entro l’estate. Faremo una graduatoria, non sarà facile mettere d’accordo i sindaci, ma entro l’anno arriveremo a una decisione, per forza. Però la responsabilità della scelta non è solo mia: io ho il 10% come Provincia e il 5% come Comune".
Come Provincia, avete trovato una soluzione per i problemi di spazio dello Scientifico?
"Ci sono 8 milioni per l’adeguamento della sede di via Manzoni. Se io sposto lì un’altra scuola adesso, tra due anni con i lavori dovrei farla traslocare di nuovo. Per ora come Provincia ci stringeremo a Palazzo degli Studi, lasciando spazi al liceo. Una volta sistemata la sede principale, decideremo dove mandare il Galilei, ma serve una strategia di lungo periodo".