LUCIA GENTILI
Cronaca

L’abbraccio del fratello a Luca Traini: "Ha sbagliato e pagato, vuole risarcire le vittime"

Mirko Traini: per lui è un nuovo inizio, è giusto che ricominci la sua vita "Con i permessi ha rivisto gli amici, vogliono fare una cena per il suo ritorno".

Luca Traini sale sulla sua auto il giorno dopo la scarcerazione (foto Calavita)

Luca Traini sale sulla sua auto il giorno dopo la scarcerazione (foto Calavita)

"Mio fratello ha sbagliato. Ha pagato. Ora è giusto che ricominci la sua vita". Con queste parole Mirko Traini commenta il ritorno in libertà del fratello Luca, dopo sette anni in prigione. Il padre Enzo è andato ad aspettare il "Lupo" all’uscita del carcere perché lui era al lavoro in quel momento, ma poi si sono riabbracciati la sera stessa e ieri, quando Luca è andato a pranzo da lui, a Corridonia, insieme ai nipoti. Da un anno e mezzo Traini tornava a casa per i permessi. Quindi i due fratelli si sono sempre rivisti. Ed è stato Mirko a trovargli il posto di lavoro e a fare da tramite; l’azienda Porfiri, a Passo del Bidollo, stava cercando personale e Luca, durante un permesso, ci è andato a parlare. "La famiglia di Luca è eccezionale – ha commentato l’avvocato Sergio Del Medico –, il fratello in particolare ha mostrato un profondo attaccamento nei suoi confronti: lo ha sempre sostenuto e aiutato per tutto il percorso carcerario. È andato sempre a trovarlo, non l’ha mai abbandonato. Mirko ha reperito questa occupazione e il datore ha valutato la serietà di Luca". Un legame diventato ancora più stretto dopo la morte della mamma Luisa Scisciani, a 62 anni. Nell’agosto 2021 Traini era uscito dal carcere anconetano di Montacuto per andare al suo funerale. Ex impiegata all’Agenzia delle entrate e in pensione da tempo, lottava contro una brutta malattia.

Mirko Traini, a casa vi aspettavate una scarcerazione in anticipo? "Sì, aspettavamo questa decisione da tempo. Poi la scorsa settimana ho saputo che sarebbe successo. Lunedì ho ricevuto la chiamata all’improvviso: alle 13 veniva notificata la scarcerazione per uscire. Non pensavo me lo comunicassero in quel momento. Ero al lavoro, così è andato nostro padre a prenderlo. Siamo stati ovviamente tutti contenti di poterlo riabbracciare, nonna Ada, che ha 86 anni e abita con lui, si è commossa. Da un anno e mezzo ormai con i permessi veniva a casa, ma adesso è proprio libero".

Cosa vi siete detti? "Che si era pentito di quello che aveva fatto me l’ha detto parecchi anni fa, da subito. Tutti sappiamo che ha sbagliato, ha pagato, e secondo me è giusto che adesso ricominci la sua vita come tanti altri. Si è dato da fare in carcere, occupandosi di manutenzioni, serra (colture di erbe aromatiche), lavorando da ultimo come pastore. Ha ricevuto tante testimonianze di affetto adesso e in questi anni. Durante i permessi ha rivisto i suoi amici, nei locali o al centro commerciale; vogliono organizzare una cena per il suo ritorno. In pratica si sta reinserendo nella società".

Cosa vorrebbe fare suo fratello? "Avendo trovato lavoro e iniziando a breve, ha detto di voler risarcire piano piano le vittime. È andato subito a parlare con il datore di lavoro perché c’è la volontà di farlo. Dovrebbe iniziare a lavorare a breve, ieri si è accordato per la visita medica. Un nuovo inizio".