Macerata, ladri in azione. Nel mirino scuole, bar e case

Incursioni in serie tra via Spalato e via Roma

I carabinieri di San Donato

I carabinieri di San Donato

Macerata, 6 dicembre 2017 - Ladri scatenati l’altra notte tra via Roma e via Spalato. Potrebbero essere state le stesse persone, infatti, a colpire al bar Roma (più conosciuto come bar Ninetto) e alla scuola IV Novembre. In precedenza, nel pomeriggio di luned’, anche due appartamenti di via Spalato erano stati visitati dai ladri. A subire i maggiori danni è stata la scuola elementare dove i ladri sono entrati da una finestra laterale al piano terra dell’edificio e hanno rubato tre computer.

Lì si sono potuti muovere con più calma, rispetto a quanto avvenuto al bar Roma dove, invece, i ladri sono stati messi in fuga dall’allarme. Il bar è dotato anche di sistema di videosorveglianza che ha immortalato una persona, con volto coperto da sciarpa e passamontagna, ma è possibile che fuori ad aspettarlo ci fosse un complice. L’uomo è entrato nel bar forzando la porta principale, ma non appena varcata la soglia è scattato l’allarme, così non ha potuto far altro che rubare velocemente quello che gli capitava a portata di mano: tre stecche di sigarette e alcuni rotolini di carta (quelli in uso nelle banche) contenenti delle monete. Bottino decisamente più modesto di quello di alcuni anni fa, quando i ladri riuscirono a rubare tutto il contante contenuto nei videopoker, circa 20mila euro. Anche in quel caso i ladri furono ripresi dalle telecamere del bar, ma quella volta ad agire furono quattro persone a volto scoperto. Ora le immagini delle telecamere sono al vaglio dei carabinieri che stanno indagando su entrambi i furti.

A RACCONTARE i dettagli delle incursioni in appartamento è, invece, una delle vittime. Tutto è avvenuto nel pomeriggio di lunedì. «Hanno bucato il vetro, che pure era antisfondamento – racconta la donna, residente in via Spalato –. Sono entrati anche in casa dell’anziana che abita accanto a noi, e che in quel momento stava dormendo. Niente bottino, solo danni. Oltre a quelli alla finestra, anche psicologici. È piuttosto traumatico subire una cosa del genere».

La donna è spaventata a tal punto che ieri il marito ha preso un permesso dal lavoro, per non lasciarla da sola. «Siamo usciti intorno alle 16 – spiega la donna –, mio marito è ripassato da casa verso le 18.45. Subito si è accorto che nella camera da letto la roba dei cassetti era buttata a terra, le ante dell’armadio spalancate. Si è spaventato, pensava che i ladri fossero ancora in casa. È andato a controllare nelle altre stanze, per fortuna non c’era nessuno. Evidentemente qualche rumore o qualcuno deve averli disturbati, perché non hanno fatto in tempo a prendere nulla, neanche le borse, che hanno lasciato a terra, insieme ai vestiti e alla biancheria intima. Per entrare avrebbero usato un punteruolo, o un attrezzo simile. Abbiamo trovato un buco nel vetro all’altezza della maniglia della finestra, e gli infissi aperti». L’appartamento si trova al secondo piano, sono passati dal cortile sul retro, che è parecchio buio.

Avrebbero poggiato il piede sui fili per stendere i panni, dell’appartamento di sotto: si vede ancora l’impronta. «Abbiamo chiamato subito la polizia – prosegue la donna, che ha anche dei figli –, e così l’anziana, nostra vicina di casa, ci ha offerto il suo aiuto dicendo che avrebbe tenuto con sé i bimbi. Ma, una volta entrati a casa sua, ci siamo resi conto che i ladri erano passati anche da lei. Come a casa nostra, avevamo rotto il vetro della vicina. Lei stava dormendo, quando hanno tentato il furto, e per fortuna non si è resa conto di nulla. Era molto spaventata anche lei, ma forse lì non sono nemmeno entrati, non avranno fatto in tempo». Per salire dallo stendino del primo piano fino alla finestra del secondo piano, «ci sono almeno due metri. Un bel salto dunque – sottolinea la donna –. È la prima volta che ci capita una cosa del genere. E speriamo sia anche l’ultima. Non è tanto il danno alla finestra, che ammonta a un centinaio di euro, ma è la paura che ti lascia, un piccolo choc. Il danno più grande è quello psicologico».