
L’Università sta per acquistare il palazzo dell’ex Banca d’Italia in corso Matteotti, 9mila metri quadrati chiusi da 14 anni: qui sorgeranno gli uffici amministrativi Unimc, lo sportello dello studente e un residence da 40 posti letto. "Senza l’Università, avrei chiuso da tempo – commenta Mario Nardi del negozio di dischi La Mecca Shop in corso della Repubblica –. Qui vengono gli studenti e molti docenti nel tempo sono diventati miei cari amici. Grazie a Dio, l’Università c’è e si dà tanto da fare, ma da sola non basta. Sia i precedenti rettori sia quello attuale hanno fatto molto e li ringraziamo, ma è necessario che le famiglie vivano in centro: bisogna dar loro un motivo per venire. Invece non ci sono negozi né alberghi. Ho aperto nel ‘78-’79, c’era un flusso continuo di clienti. Ma allora non esistevano i centri commerciali".
"Qui mancano i negozi – così Alberta Tognetti e Sandra Ruffini di Talmone (aperto da 105 anni), corso della Repubblica –, tanti ci dicono ‘Non chiudete, siete il cuore pulsante del centro’. Teniamo duro, ma ad esempio la lirica quest’anno non ci ha portato clienti. L’ateneo invece ci dà lavoro. Oggi (ieri, ndr) sono entrati solo universitari e turisti. Durante l’anno vengono tanti studenti per le bomboniere o un pensierino per le lauree, e prima di partire per le vacanze affollano il negozio e si portano a casa i prodotti". "Quel palazzo è meraviglioso, da ragazze ci andavamo sempre – racconta Tognetti –, quando lavoravo al Venanzetti si portava la colazione agli impiegati della banca". "Erano tempi d’oro – riprendono –. Non c’erano i centri commerciali, qui era un viavai continuo. Il sabato si usciva e si facevano un passo avanti e 10 indietro, c’era così tanta gente che non si riusciva a camminare. Per la messa della domenica a San Giovanni, affollatissima, ci si vestiva eleganti, poi si andava a passeggiare. Il centro era un fiume di gente".
Francesco Lattanzi della tabaccheria in via Gramsci è "felicissimo. Quel palazzo merita un’istituzione importante quale è l’Università. Ricordo quando c’erano gli impiegati, so che movimento crea. Con la chiusura si è spenta una parte fondamentale del centro. Quindi, complimenti al rettore attuale e a quello precedente che è riuscito a trovare i fondi. Unimc per me rappresenta un 60 per cento del lavoro. Si sente quando i ragazzi vanno via per i ponti o le vacanze". "Siamo felici di tutto ciò che porta movimento – le parole di Chiara Tomassetti de La Bottega del Libro in corso della Repubblica – e con l’Università lavoriamo tantissimo. Senza, la vita del centro sarebbe difficile". "Tanto di cappello all’Università – le parole di Edoardo Salvioni, della libreria Giometti & Antonello in corso Matteotti –, può essere un primo passo per iniziare a ripopolare il centro, almeno questa è la speranza. Abbiamo un bellissimo rapporto con l’ateneo, diversi i professori che si rivolgono alla noi". "Che meraviglia, ci saranno tanti uffici – così Marta Cerfoglio, dell’erboristeria Verde in corso Matteotti –, una boccata d’ossigeno dopo il decentramento a cui abbiamo assistito per anni. È dura, ormai la prima vetrina è quella del telefono, quella fisica viene dopo. E in più vogliono spostare la questura, quando l’ho saputo mi sono sentita male". "Porterà gente in modo stabile, tra uffici e posti letto – il pensiero di Aldo Zeppilli del Caffè Centrale in piazza –, quindi con una copertura di tutto l’arco della giornata, molto più ampia rispetto a quella che dà una singola lezione. Ma affidarci all’ateneo non può bastare. Bisogna puntare sulla residenzialità in centro". "Siamo felici, quel palazzo è chiuso da troppo tempo – le parole di Marco Cecchetti del Basquiat Bistrot tra via Gramsci e galleria Scipione e del bar Samo in piazza Vittorio Veneto –, una boccata d’ossigeno, creerà un indotto diverso soprattutto in orario diurno, visto che il centro di giorno è sempre più vuoto".
"Siamo stracontenti – così Roberto Andreoli e Marica Eustacchi del bar Mercurio in piazza –, ormai viviamo di Università. Guardate che differenza (indicano il locale affollato, ndr) tra la settimana scorsa e questa, gli studenti sono tornati". Sabato c’è stata la festa dei commercianti col dj set in piazza: se per i baristi è stata un successo, non tutti i negozianti hanno sorriso. "Premesso che ogni iniziativa è positiva, dovrebbero organizzare qualcosa che coinvolga le famiglie – dice Cerfoglio –, sabato c’erano solo giovanissimi". "La festa non ha portato gente di pomeriggio – aggiunge Mario Nardi –. Ben vengano tutte le iniziative, ma per diversi di noi non c’è stato nessun beneficio".