"Esorto monsignor Rocco Pennacchio a concederci un’udienza prima di rilasciare gli spazi occupati a San Claudio". Ecco l’invito di Domenico Antognozzi (foto), presidente del Centro studi don Giovanni Carnevale, spedito all’arcivescovo di Fermo dopo la decisione della diocesi di liberare entro metà ottobre il piano superiore dell’abbazia e di rimuovere la targa "Carlo Magno". A oggi quello spazio è sede del Centro studi, il quale promuove la tesi di don Carnevale, ovvero che lì sorga la vera Aquisgrana. "Oramai da sei anni il Centro studi porta avanti molte iniziative, senz’altro pastorali, utili e di impatto per la comunità parrocchiale e non solo – spiega Antognozzi –. Certamente nasce per promuovere l’approfondimento delle teorie di don Giovanni Carnevale: una ricchezza culturale che unisce anche i fedeli, perfino da fuori dai confini nazionali, e che trova in altri studiosi la giusta volontà di confronto. Ma quello che più mi preme è l’impegno alla condivisione, che temo non sia stato riportato al vescovo". L’iter del trasloco è stato avviato a seguito della petizione consegnata a luglio all’arcivescovo, dagli amministratori della pagina Facebook "Quelli che… San Claudio non è Aquisgrana", promossa da cinque studiosi. "So che è stata consegnata una petizione che riporta argomenti non rispondenti al vero – afferma Antognozzi –. Il direttivo del centro studi comprende due componenti del Consiglio pastorale di San Claudio, con i quali le iniziative vengono concordate e la sacralità della Chiesa superiore è salvaguardata da anni proprio dai nostri volontari. Abbiamo sempre coinvolto i giovani, spiegando loro sì la tesi di don Carnevale ma anche discutendo argomenti di fede, solo dopo viene l’importanza degli aspetti storici e culturali".
Diego Pierluigi