L’assessore Saltari di San Ginesio: "Ho trovato degli angeli custodi"

È stato ricoverato due mesi nel reparto di Medicina per degli ascessi al fegato: "Quanta umanità e bravura".

L’assessore Saltari di San Ginesio:  "Ho trovato degli angeli custodi"

L’assessore Saltari di San Ginesio: "Ho trovato degli angeli custodi"

Una storia di buona sanità. E anche un appello "a salvaguardare gli ospedali e le strutture sanitarie di periferia". Giordano Saltari, 49 anni, assessore comunale di San Ginesio con delega all’urbanistica e alla ricostruzione post-sisma, geometra dell’unione montana Monti Azzurri, racconta la propria esperienza all’ospedale di Camerino. Sia per ringraziare medici, infermieri e operatori sanitari, che chiama i suoi "angeli custodi", sia per tenere alta l’attenzione sulla medicina territoriale e sulla carenza di personale. "Grazie alla competenza del mio medico di base, dottor Giacomo Anitori – spiega Saltari – sono stato indirizzato verso quest’ospedale, più piccolo ma anche più "familiare". Il risultato è stato di qualità". È stato ricoverato oltre un mese per due ascessi del fegato. Oggi sta bene. E sente il desiderio e il dovere di dirlo. "Vorrei raccontare la mia vicenda personale, a sostegno degli ospedali periferici, come San Ginesio, Tolentino, Camerino – inizia Saltari –. Nello specifico del fantastico reparto di Medicina della città ducale e di tutti i suoi operatori, a partire dal primario, la dottoressa Anna Maria Schimizzi, con i dottori Ana Mancura, Cristina Crocetti, Gianni Lamanna, Paolo Tallei, la coordinatrice Claudia Bianchini, infermieri e oss". Tutto inizia lo scorso 21 dicembre. Dopo una settimana di febbre altissima, il dottor Anitori gli prescrive esami da svolgere urgentemente in sede ospedaliera, invitandolo a recarsi a Camerino. "Al pronto soccorso, dai primi esami ecografici, si evidenziano due masse consistenti (8x6 centimetri e 8,5x6 centimetri) all’altezza del fegato – prosegue –. Vengo subito sottoposto a Tac con mezzo contrasto: due ascessi epatici da asportare quanto prima. Le operazioni di asportazione sono state effettuate il giorno dopo al reparto di terapia interventistica di Macerata, ed è stato stabilito il successivo ricovero alla Medicina di Camerino. Qui sono rimasto dal 22 dicembre al 26 gennaio; sono stato sottoposto in maniera scrupolosa alla ricerca delle cause dei due ascessi, batteri "Actinomyces Naeslundii". Contemporaneamente sono stato curato anche per un versamento pleurico. Ho attraversato momenti delicati, come la crisi respiratoria nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, ma sono sempre stato seguito in modo scrupoloso, con professionalità e umanità. E non è scontato, perché il reparto deve scontrarsi ogni giorno con la carenza di materiale e medicinali. Ciascun sanitario non solo svolge egregiamente il proprio compito e dovere, per cui sono pagati (o meglio, sottopagati), ma trova il modo per far sì che la permanenza possa trascorrere almeno serenamente. Affiatamento e collaborazione hanno un effetto positivo sui pazienti". Saltari aggiunge che il tutto non si è concluso con la dimissione dall’ospedale: "Sono stato seguito e monitorato tutte le settimane per oltre un mese anche nel periodo di convalescenza, fino ad arrivare alla normalizzazione di tutti i miei valori". Vivendo l’esperienza in prima persona, ci tiene quindi a fare una riflessione: "Da assessore di un piccolo Comune come San Ginesio, vorrei personalmente esprimere l’importanza della salvaguardia della medicina di prossimità, per evitare di congestionare le strutture principali quali Macerata e Ancona. Altrimenti si rischia di aumentare le liste di attesa, dare un servizio superficiale e meno attento al benessere del paziente. Il Covid ci ha insegnato e fatto riscoprire l’importanza di eccellenze già presenti sul territorio. Vanno mantenute e potenziate".

Lucia Gentili