Superbonus 110, stretta sulla cessione del credito

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Non tutti, però, sono per l’abolizione dell’obbligo della Soa. Anzi. "Questa attestazione – afferma l’ingegnere di Camerino, Carlo Resparambia (con sede a Muccia), presidente dell’Ance Macerata (associazione nazionale costruttori edili) e vicepresidente di Confindustria con delega al terremoto – rappresenta une delle poche clausole di garanzia per le aziende strutturate. Su questo fronte, quindi, siamo in contrapposizione con gli artigianali. La Soa attesta che un’azienda abbia attrezzature, operai e una certa organizzazione. La criticità principale, piuttosto, è la stretta sulle cessioni dei crediti (nata in seguito alle truffe allo Stato e agli illeciti rilevati a partire dal bonus facciate). Le anticipazioni sono congelate, non si possono aprire nuove posizioni, né fare operazioni con il Superbonus". La conseguenza è che le imprese non riescono a recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e fanno difficoltà a pagare i dipendenti, i fornitori e le tasse. "Le ditte non firmano più contratti – aggiunge Resparambia – ed è un paradosso, considerando che la proroga del Superbonus 110% è in vigore fino al 2025 soltanto nelle aree del cratere sismico. Il commissario si è attivato per cercare di stabilire una nuova convenzione con l’Abi (associazione bancaria italiana) e regolamentare la cessione almeno nel cratere. Ma credo che la manovra sia lunga. Ora come ora, o i privati anticipano i soldi oppure le imprese sono costrette a rinunciare ai lavori". Resparambia riflette anche sulla necessità di una "programmazione pluriennale" per la ricostruzione, soprattutto per le piccole e medie imprese. "La proroga per presentare i progetti e le domande di contributo, comunicata nei giorni scorsi dal commissario, è vista ovviamente di buon occhio, ma era scontata – dice il presidente Ance –. Di media, partono tremila cantieri all’anno nelle Marche (Macerata, Ascoli, Fermo) e mancano ancora 36mila edifici privati. Il processo durerà almeno per i prossimi quindici anni. Ora, ad esempio, abbiamo i Sal (Stato avanzamento lavori) fermi perché i tecnici stanno facendo l’aggiornamento in seguito all’ordinanza sul prezzario unico. All’Aquila la ricostruzione è arrivata al 43%, sono passati tredici anni e i cittadini percepiscono ancora il Cas".

Lucia Gentili