Lavoratori irregolari: chiusa la fabbrica

Trovati a Montecassiano operai cinesi clandestini, violazioni sulla sicurezza e delle norme igieniche. Denunciato l’imprenditore

Migration

Si è concluso con sequestri, denunce e multe per oltre centomila euro il blitz in una fabbrica di abbigliamento a Montecassiano, dove erano impegnati lavoratori cinesi clandestini e in nero, in uno stabilimento piuttosto lontano dai parametri ordinari di sicurezza e igiene. A mettere a segno l’operazione, mercoledì, sono stati gli agenti dell’ufficio immigrazione della Questura e i carabinieri del Nucleo tutela del lavoro. Il controllo sinergico è nato in seguito alle numerose pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno arrivate all’ufficio immigrazione da parte di cittadini cinesi, provenienti da altre province e assunti nella ditta di Montecassiano. Una situazione che ha sollevato qualche sospetto, sul quale si è deciso di fare qualche approfondimento. L’azienda avrebbe dovuto avere due unità lavorative, che però al momento del controllo sono risultate impegnate con altre ditte, non rilevate dalle comunicazioni di assunzione. Alla fine, numerose violazioni sono state evidenziate dagli operatori. Per prima cosa, i locali erano in condizioni igienico-sanitarie precarie, con gravi violazioni in materia di sicurezza e tutela della manodopera. Alle macchine poi c’erano lavoratori senza contratti né assistenza, e cittadini extracomunitari risultati senza permesso di soggiorno. Polizia e carabinieri hanno rilevato anche che mancava la documentazione inerente alla sicurezza. In tutto, nella ditta sono stati identificati 29 cittadini cinesi, di cui dieci stavano lavorando in nero, senza alcun contratto, senza formazione e senza alcuna tutela. Considerate le gravi violazioni accertate e la pericolosità dei luoghi di lavoro, in accordo con la procura sono state messe sotto sequestro preventivo tre unità operative, per un valore commerciale complessivo di circa 300mila euro, ed è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale. Sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 50.500 euro e ammende per 60.840 euro. Inoltre, è scattata l’espulsione per una cinese, risultata irregolare in Italia e sprovvista di un permesso di soggiorno valido; la donna è stata anche denunciata per ingresso irregolare nel territorio dello Stato. Quanto al titolare dell’attività, risultato irreperibile al momento del controllo, sarà denunciato per impiego di cittadini extracomunitari sprovvisti del permesso di soggiorno. Ulteriori indagini sono in corso sull’attività della ditta.