Macerata, l’ora X dell’ospedale. Via ai lavori, pazienti spostati

Task force di tecnici: "Da lunedì a pieno regime"

Emergenza idrica in ospedale

Emergenza idrica in ospedale

Macerata, 15 luglio 2018 - I pazienti  ricoverati in ospedale in questo week-end sono meno di un terzo dei posti letto effettivi, per permettere alla struttura di sostituire due collettori idraulici fortemente usurati. I lavori, iniziati ieri, dovrebbero terminare già oggi pomeriggio: tra elettricisti, idraulici e tecnici per la manutenzione degli ascensori, sono una trentina gli operai che stanno lavorando non-stop (sono state messe a disposizione due camere dell’ospedale per riposarsi) per permettere al più presto il rientro dell’emergenza idrica. Con loro, anche due squadre di vigili del fuoco del comando di Macerata. Da domani, comunque, la struttura sanitaria tornerà nel pieno regime. I pazienti ricoverati sono 96, a fronte dei 365 posti letto di cui dispone l’ospedale (di cui 40, però, dedicati al day hospital, e che quindi sarebbero comunque rimasti vuoti nel fine settimana). «Da una decina di giorni – spiega il direttore sanitario, Massimo Palazzo – abbiamo cominciato a dirottare alcuni casi, come le fratture al femore a Camerino oppure i parti a Civitanova. Abbiamo mandato a casa in permesso circa una cinquantina di pazienti, ovviamente soltanto chi poteva andare in sicurezza, e altri sono stati spostati altrove, come alla clinica Marchetti oppure a Villa dei Pini a Civitanova. Ci sono state, inoltre, a decine di dimissioni».

Quattro le autobotti sistemate all’esterno dell’ospedale, per una capacità totale di 92 metri cubi d’acqua, attrezzati per i 21 serbatoi sistemati nei vari reparti, e possibilità di rifornimento dall’acquedotto. A pieno regime, la media di acqua consumata al giorno dall’ospedale è di 170 metri cubi. Nessun disagio, invece, per le strutture di psichiatria, hospice e 118: autonomi. Forniti di cisterne ad hoc il reparto di anatomia patologica e il laboratorio analisi, e servizio garantito anche per chi deve fare la dialisi. «C’è stata una perdita del circuito dell’antincendio alla fine di maggio – spiega ancora Palazzo – e quando abbiamo eseguito l’ispezione, ci siamo accorti dello stato dei collettori, che probabilmente risalgono agli anni settanta. C’era il rischio che si rompessero e che l’ospedale rimanesse completamente senza acqua all’improvviso, e avremmo dovuto fare in emergenza quello che abbiamo potuto fare in questi giorni in sicurezza». I pezzi di ricambio sono stati realizzati su misura, e tecnologicamente testati, perché si eviti, in futuro, un nuovo blocco totale del servizio idrico nell’ospedale: in caso di guasto o perdita, si riuscirà così a isolare una sezione per volta.

«Il costo lo capiremo alla fine dei lavori – spiega il direttore dell’Area Vasta 3, Alessandro Maccioni –, era una cosa che non potevamo non fare. Da lunedì si continuerà con le autobotti nei reparti dove serve un’acqua purissima (già ordinati seimila litri, ndr), ma l’impianto sarà riavviato e l’acqua tornerà in circolo per ripulirlo e spurgarlo dopo le ore di stop. Poi faremo le analisi, e una volta tornata potabile, sarà riallacciata in tutta la struttura. Nel mentre, l’acqua ancora non esaminata potrà comunque essere utilizzata, per esempio nei bagni di vari reparti».