MARTINA DI MARCO
Cronaca

Le casule di Matisse a Palazzo Ricci: "Un’esposizione tra arte e fede". Taglio del nastro col cardinal Ravasi

"Come farfalle in volo" mette in mostra le opere sacre del grande pittore, arrivate dai Musei Vaticani

"Come farfalle in volo" mette in mostra le opere sacre del grande pittore, arrivate dai Musei Vaticani

"Come farfalle in volo" mette in mostra le opere sacre del grande pittore, arrivate dai Musei Vaticani

"Come farfalle in volo", le casule del celeberrimo artista Henri Matisse arrivano a colorare le stanze di Palazzo Ricci, animando una mostra dal respiro internazionale in occasione dell’anno del Giubileo. Ieri il taglio del nastro, alla presenza del cardinale Gianfranco Ravasi; del vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi; del segretario generale della fondazione Carima, Gianni Fermanelli; del presidente della fondazione Carima, Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi; di Francesco Acquaroli, presidente della Regione; della vicesindaco Francesca D’Alessandro e del commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016, Guido Castelli. "Henri Matisse e la cappella di Vence - Come farfalle in volo: le casule" apre così le porte a un viaggio tra forme e colori del grande artista francese, pensate e realizzate per la Chappelle du Rosaire del convento di suore domenicane a Vence.

Esposte a Macerata – accanto a disegni preparatori, lettere e foto d’archivio – sono quattro sopravvesti sacerdotali nella loro prima prova di cucitura. Un’occasione che arricchisce la mostra permanente del palazzo cittadino con opere preziose, frutto della collaborazione tra la Diocesi di Macerata, la Collezione di arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani, la Fondazione Vaticano II, la Fondazione Carima e la Regione. "Abbiamo immaginato di offrire al territorio maceratese una mostra unica nel suo genere, con l’esposizione di quattro delle cinque casule che Matisse realizza tra il 1950 e il 1951 – spiega la curatrice Micol Forti, responsabile della Collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani –. Si tratta di opere normalmente conservate nei nostri depositi perché estremamente fragili, emblematiche del dialogo tra arte e fede. Queste sono poi connesse anche ad alcune delle opere presenti nella mostra d’arte del Novecento ai piani nobili di Palazzo Ricci, curata dal professor Roberto Cresti".

A riflettere sulla connessione tra arte e fede anche il cardinale Gianfranco Ravasi, che sottolinea come "la potenza e l’incisività di queste opere mostrano come le due siano sorelle. Matisse è riuscito a riprendere la bellezza delle immagini quotidiane e trasportarle in un contesto liturgico, creando un connubio preziosissimo". "Una chicca senza precedenti che diventa un grande richiamo per la nostra città e provincia", sottolinea Fermanelli, segretario della Fondazione Carima, seguito dalle parole del presidente Sabatucci Frisciotti Stendardi: "Siamo riusciti a portare a Macerata queste quattro opere che mai erano uscite dai Musei Vaticani – spiega –, impreziosendo il nostro museo e sperando di raggiungere quanti più curiosi possibile". Aggiunge il vescovo Marconi: "La volontà, in questo anno di Giubileo, era dimostrare come un grandissimo artista come Matisse si fosse occupato anche del rapporto tra arte e fede, con la creazione di una cappella che diventa punto fondamentale dell’arte sacra. È un invito alla città per immaginare un mondo nuovo e scorgere questo bellissimo legame". Una grande possibilità di promozione del territorio attraverso un’esperienza unica e nuova, come spiegato dal presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e dal commissario straordinario Castelli.

A intervenire anche la vicesindaco D’Alessandro, che afferma: "Questa mostra è un dono prezioso, le casule disegnate da Matisse sono capolavori che difficilmente si ha l’occasione di vedere. È un’esposizione che si adatta alla nostra città, colta, viva e spirituale, dove l’arte può contribuire ad aprire dialoghi profondi. Eventi come questo – conclude la vicesindaco – renderanno Macerata e le Marche ancora più attrattive". La mostra sarà aperta al pubblico fino al 28 settembre 2025, con orari 16-19 dal martedì al sabato; dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 domenica e festivi; lunedì chiuso. Intervento finanziato con risorse dell’Accordo per la Coesione della Regione Marche 2021-2027.