Le lacrime della vedova in tribunale "Dio ti giudicherà, voglio giustizia"

Le parole di Charity a Ferlazzo mentre in aula scorrono le immagini dell’aggressione in corso Umberto "È stata dura vedere quell’uomo che insegue Alika, mentre nessuno fa niente". Striscione dei nigeriani: "Verità".

Le lacrime della vedova in tribunale  "Dio ti giudicherà, voglio giustizia"

Le lacrime della vedova in tribunale "Dio ti giudicherà, voglio giustizia"

di Paola Pagnanelli

"God will judge you", "Dio ti giudicherà". Questo ha detto in lacrime la vedova di Alika, Charity, mentre sui monitor dell’aula scorrevano le immagini dell’omicidio di suo marito Alika Ogorchukwu, nel processo a Filippo Ferlazzo. Una fase centrale dell’udienza, ieri mattina, è stata quella in cui alla corte d’assise sono stati mostrati i video dell’aggressione in corso Umberto I ripresi dalle telecamere sulla strada. Le immagini hanno mostrato il primo incontro tra l’ambulante, che dalla stazione camminava verso sud, e di Ferlazzo con la fidanzata: alle 14.05 Alika allunga la mano, chiedeva l’elemosina, e Ferlazzo scatta di lato e allontana anche la ragazza. La coppia entra nel negozio Calliope, ma alle 14.08 Ferlazzo esce in strada e raggiunge Alika. Sugli schermi dell’aula 1 si è vista perfettamente la scena dell’aggressione, la stampella tolta dalle mani del nigeriano, il primo pugno, Alika perde l’equilibrio e il salernitano gli si mette sopra. L’ambulante cerca di salvarsi, ma soccombe sotto le mani del 33enne. Immagini difficili da reggere per la vedova, in aula con i familiari. La donna ha iniziato a piangere, e quando il presidente della corte Roberto Evangelisti l’ha invitata a fare una pausa, fermando le immagini, si è allontanata ripetendo verso Ferlazzo la frase: "God will judge you". "Non avevo mai visto quelle immagini – ha detto alla fine dell’udienza, provata ma composta –, è stata dura. È brutto vedere che quell’uomo insegue Alika, e che nessuno lo aiuta". Molto composta è stata anche la piccola manifestazione di un gruppo di connazionali della vittima, una ventina di persone che hanno esposto alcuni striscioni, chiedendo "Verità e giustizia per Alika".