SEBASTIANO VEROLI
Cronaca

Le mamme della montagna: "I nostri bimbi senza assistenza"

Il gruppo "Mamme della Montagna", residenti nei comuni dell’entroterra, in particolare nei comuni di Muccia, Visso e territori limitrofi, si...

La visita a un bambino: nell’entroterra il pediatra è disponibile solo una volta alla settimana

La visita a un bambino: nell’entroterra il pediatra è disponibile solo una volta alla settimana

Il gruppo "Mamme della Montagna", residenti nei comuni dell’entroterra, in particolare nei comuni di Muccia, Visso e territori limitrofi, si è rivolta all’Ast per chiedere un servizio pediatrico più adeguato. Hanno sottolineato come la comunità si trovi ad affrontare una grave carenza di assistenza pediatrica, visto che attualmente il pediatra assegnato riceve solo un giorno a settimana, esclusivamente nella sede di Pieve Torina, rendendo di fatto impossibile per molte famiglie accedere al servizio in modo tempestivo ed efficiente.

Le mamme sottolineano come gli appuntamenti vengano fissati, nella migliore delle ipotesi, ogni due settimane, e i tempi di attesa superino spesso le due ore. Una organizzazione ritenuta insufficiente a rispondere ai bisogni di salute dei bambini, con una situazione particolarmente critica a Visso, dove negli ultimi anni c’è stato un incremento significativo delle nascite. Ad oggi si contano circa 20 bambini sotto i 3 anni, 25 iscritti alla scuola dell’infanzia e circa 40 alla scuola primaria, numeri che testimoniano la vitalità di una comunità, ma la totale assenza di un presidio pediatrico, riferimento sanitario fondamentale.

In un’area già penalizzata da difficoltà logistiche e infrastrutturali, i genitori sono costretti a spostamenti lunghi e disagevoli – oltre un’ora di auto a tratta – anche per semplici visite di controllo o urgenze. C’è consapevolezza delle difficoltà nella gestione del personale sanitario, ma le mamme ritengono che la salute dei bambini sia una priorità non negoziabile. A loro avviso, l’attuale organizzazione non garantisce un servizio pediatrico adeguato, e questo non solo rappresenta un rischio sanitario concreto, ma è anche un duro colpo alla volontà di tante famiglie di continuare a vivere e far crescere i propri figli nelle aree interne, già messe a dura prova negli ultimi anni.

Sarebbe perciò utile un confronto per trovare possibili soluzioni. Quali? Un aumento della presenza settimanale del pediatra; l’istituzione di un ambulatorio anche a Visso; l’attivazione di servizi itineranti o integrativi; il rafforzamento della rete di assistenza pediatrica in tutta l’area montana. L’Ast da parte sua afferma di star facendo tutto il possibile, ma la carenza di specialisti rende tutto terribilmente complicato.