L’ultima lettera dal fronte, ma lui non tornò mai

Trovata dalla nipote dopo 75 anni. Antonio Sambuco, maceratese partito per la guerra in Russia, la scrisse alla moglie Luisa il 10 gennaio 1943

Il soldato Antonio Sambuco e la nipote Marina Francia, ha ritrovato la lettera del 1943

Il soldato Antonio Sambuco e la nipote Marina Francia, ha ritrovato la lettera del 1943

Macerata, 3 novembre 2019 - Un soldato partito per la guerra e mai tornato a casa. Una lettera dedicata all’amore della sua vita – la moglie Luisa – mai spedita, e quindi mai giunta a destinazione. Se non fosse che una nipote (la cugina della moglie del figlio Nando), a distanza di 75 anni, grazie al ministero della difesa riesce a recapitare quel messaggio a Nando, consegnandogli la lettera. È la storia di Antonio Sambuco, nato il 5 ottobre 1909 a Camporotondo di Fiastrone, vissuto a Caldarola e partito per il fronte russo nel 1942.

Un prigioniero di guerra, che ancora oggi non ha degna sepoltura. «Ogni volta che vedevo Nando nelle rimpatriate tra parenti a Natale, mi raccontava di suo padre e rimanevo sempre colpita. Mi toccava la storia di quella donna, che tutte le sere si affacciava alla finestra nella speranza che tornasse il marito», spiega Marina Francia, la nipote. Ed è da lei , da questa nipote acquisita, che sono partite le ricerche. Non solo. Domani, in occasione della festa dell’unità nazionale e delle forze armate, alle 10.30 in piazza Vittorio Emanuele a Caldarola, oltre alla tradizionale deposizione della corona di alloro al monumento ai caduti, sarà consegnata una medaglia commemorativa da parte dell’associazione culturale «La memoria bellica degli Italiani nel mondo», presieduta da Joselito Scipioni, proprio in ricordo di Sambuco, caduto in guerra sul fronte russo il 10 gennaio 1943. Al termine della cerimonia, gli alunni dell’istituto comprensivo De Magistris intoneranno l’inno di Mameli. Marina Francia, originaria di San Ginesio, oggi lavora all’archivio di Stato di Ancona (non come archivista) e vive a Polverigi. Ma il legame con la sua famiglia è sempre forte, soprattutto in giorni come questi, nei quali si ricor dano i cari che non ci sono più.  

Marina, che storia è quella di Antonio Sambuco? «È la storia di un militare come tanti, che n el lontano 7 giugno 1942, con tanta tristezza nel cuore, ma anche tanta speranza di tornare presto a casa, lasciò la moglie Luisa e il figlioletto Nando, di soli sei anni. Giunse sul fronte russo, in territorio di guerra, ma purtroppo non tornò mai più a casa, a Caldarola, il suo amato paesino. Ma è anche la storia di una lettera, scritta con tan to affetto proprio a sua moglie».  

Come aveva conosciuto Luisa Sanità? «Tra i profumi degli orti del piccolo borgo. Nei primi anni Trenta si erano sposati e il loro amore era stato coronato dalla nascita di Nando. Una bella famiglia felice. Ma la felicità, purtroppo, non durò molto, a causa della partenza per il fronte. Il 10 gennaio 1943 scrisse una lettera alla moglie, che non riuscì mai a spedire. La stessa data segna la fine dei suoi contatti: da allora non si ebbero più sue notizie. Luisa l’ha sempre aspettato e per venti lunghi anni ogni sera si affacciava alla finestra, sperando di vederlo tornare. Sì, perché qualcuno più fortunato del marito nel frattempo era riuscito a tornare. La maggior parte di questi militari, però, non essendo equipaggiati per soppor tare le temperature invernali siberiane così rigide, perse la vita».  

Luisa ormai non c’è più, da diversi anni. Grazie al ministero della difesa, però, questa lettera è arrivata al figlio dopo 75 anni. Come ha fatto? «Dopo anni di ricerche, con la sp eranza di trovare il luogo di sepoltura delle spoglie di Antonio, siamo riusciti solo a ottenere il verbale di irreperibilità, redatto il 26 marzo 1947, dal comandante colonnello Mario Montorsi del comando del distretto militare di Macerata. Ho chiesto all’archivio di Macerata il ruolo matricolare e telefonato un paio d’anni fa al ministero della difesa, all’Onorcaduti: ci hanno dato tante informazioni, e soprattutto ci hanno inviato quella lettera che Antonio scrisse a Luisa e che non partì mai. Ho consegnato la copia a Nando proprio durante le feste di Natale».  

Proseguirà nelle ricerche? «Sì, la speranza è sempre l’ultima a mo rire e Nando, la sua famiglia e tutti noi continuiamo a sperare di potere dare una degna sepoltura ad Antonio. Poco tempo fa, sono state trovate delle piastrine militari di alcuni soldati, ma di An tonio ancora nessuna notizia».  

Da chi siete stati aiutati? «Dall’archivio di Stato di Macerata, che ci ha fornito il r uolo matricolare di Antonio, dal maresciallo Joselito Scipioni, presidente dell’associazione culturale ‘La memoria bellica dei Marchigiani nel mondo’, che ha organizzato la cerimonia di consegna dell’onorificenza per ricordare questo militare, che ha dato la vita per la patria. E ancora il sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti e il vice, il maresciallo Giovanni Ciarlantini, che ci hanno dato l’opportunità di una bella commemorazione per questo piccolo grande soldato e la sua storia, che ci ha toccato il cuore. E poi dal ministero della difesa». © RIPRODUZIONE RISERVATA