Librerie in serie, apertura alla conoscenza

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Alessandro

Feliziani

Giorni fa un abitante di una località adriatica, fuori le Marche, si lamentava di come il turismo abbia negli anni distrutto il centro storico della sua cittadina: non più un cinema, non un teatro, solo alberghi e un centro storico svuotato di residenti, con appartamenti affittati settimanalmente attraverso i portali online.

Il pensiero è caduto su Macerata, dove il centro storico, benché "malato" da anni – ma non per colpa del turismo (magari ce ne fosse di più) – continua a vivere soprattutto grazie all’università, al teatro, a un cinema che ha resistito, a due importanti musei, a sale e strutture per mostre, concerti e convegni, a una biblioteca accogliente e ad un sorprendente numero di librerie. L’ultima ha aperto da pochi giorni e ora nel cuore del centro se ne contano ben quattro in un raggio di appena cinquanta metri. Una anche con edizioni rare e libri vintage. Se si allarga il cerchio ne troviamo altre tre, più settoriali e specializzate. Poi, appena fuori la cinta delle antiche mura, eccone altre due, di cui una con il "bollino di qualità" assegnatole dal ministero della cultura. Questa concentrazione di librerie può sorprendere, ma solo perché siamo in un paese che legge poco. In Bretagna, il piccolo comune di Bécherel (appena 800 abitanti) è diventato famoso per le sue tredici librerie, quasi tutte con una caffetteria all’interno, dove poter incontrare amici e conversare tra il profumo di libri. Se nel centro storico di Macerata si aprono nuove librerie, mentre altri negozi chiudono, probabilmente è anche il frutto del lavoro svolto da associazioni come "Nati per leggere" (la fascia d’età che legge di più, infatti, è quelle dei ragazzi) e "Macerata racconta", con la sua annuale Festa del libro. Che si acquisti o no un libro, varcare la porta di una libreria "ci apre sempre alla conoscenza e alla scoperta dei sentimenti degli altri (gli autori), che spesso ci fanno scoprire anche i nostri sentimenti nascosti".