L’imprenditrice: "Volo via Istanbul a costi triplicati, tanti controlli"

Inga Kondratenko, general manager di Marina C: "Qui è concentrato l’80% delle nostre vendite"

"Il nostro marchio andava molto forte in Russia prima dello scoppio della guerra, quello è un mercato che non possiamo permetterci di perdere. Questa, inoltre, è una delle fiere principali, per cui abbiamo deciso di partecipare nonostante i maggiori controlli e nonostante alcuni costi siano aumentati". Inga Kondratenko, general manager (di origini russe) di "Marina C.", azienda civitanovese del settore moda e calzature, da ieri è tornata in Russia per partecipare, insieme ad altre 48 aziende italiane, alla fiera "Obuv" di Mosca.

Quanto incide il mercato russo per la vostra azienda?

"Per quanto riguarda il marchio "Marina C.", molto, circa un 70-80%, non possiamo permetterci di perdere questo mercato, come molte altre aziende marchigiane".

Avete avuto maggiori difficoltà ad arrivare in Russia?

"Noi abbiamo preso il volo con una compagnia turca e siamo atterrati a Istanbul con prezzi triplicati rispetto agli altri anni. Per questo abbiamo ridotto un po’ lo staff in partenza, mentre altri espositori che hanno votato con una compagnia serba e sono atterrati in Russia sono stati controllati in aeroporto per ore. Anche i loro cellulari sono stati esaminati. Nel nostro caso i cellulari non li hanno toccati, ma sono state passate tutte le valigie ai raggi X. I controlli sono sicuramente aumentati da quando è scoppiata la guerra che ha destabilizzato un po’ tutti".

Ma i clienti ci sono alla fiera?

"Un po’ si sente la mancanza di quello che era il flusso tradizionale, molti hanno deciso di non venire per la situazione di incertezza, altri per le difficoltà nell’effettuare i pagamenti. Spesso, infatti, le banche si rifiutano di fare i pagamenti oppure, se li fanno, arrivano con grande ritardo, spesso anche di mesi".

Gli acquirenti russi hanno cambiato idea verso il prodotto italiano dopo lo scoppio della guerra e l’introduzione delle sanzioni?

"Fortunatamente no. Il commerciante russo è un uomo che gira il mondo, che ha ampie vedute e che considera il prodotto italiano ancora di ottimo livello. Il made in Italy è sempre richiesto e i commercianti russi sanno bene che le sanzioni imposte dall’Unione Europea provocheranno contraccolpi anche sull’economia italiana".

Chiara Sentimenti